«Sono l’uomo di Versace perché mi sento come lui»
ROMA Da stasera alle 21.105 su Fox Crime (a meno di 48 ore dalla messa in onda negli Usa), il docu-drama “The Assassination of Gianni Versace” ricostruisce l’omicidio dello stilista avvenuto vent’anni fa dal serial killer Andrew Cunanan. Secondo capitolo della serie antologica American Crime story incentrata su celebri delitti e girato senza il beneplacito della famiglia Versace, annovera nel cast Édgar Ramírez (Gianni), Penélope Cruz (sua sorella Donatella) e Ricky Martin (da poco sposato con il pittore Jwan Yosef) che interpreta il compagno di Versace, Antonio D’Amico.
Mr. Martin, ha parlato con il vero Antonio?
Sì, anche se sapevo che riaprire certe ferite sarebbe stata dura per lui. La loro era una relazione aperta, e uno dei due era un uomo molto potente, ma alla fine il loro rapporto si basava sul prendersi cura della persona amata.
Come è stato per lei interpretare un personaggio gay?
Per anni ho nascosto la mia omosessualità e i miei fidanzati, ero egocentrico e non mi importava dei loro sentimenti. Poi quando ho fatto coming out mi hanno detto che la mia carriera sarebbe finita. Anche io ho passato quello che hanno passato Gianni e Antonio.
Nella serie si evince che l’omofobia inficiò le indagini.
Nel ‘97, l’anno della morte di Versace, c’era molta omofobia, come oggi. Le conseguenze ci furono durante le indagini dell’Fbi: è evidente in una scena un cui si tiene il mio personaggio viene interrogato.
LORENZA NEGRI
© RIPRODUZIONE RISERVATA