Roger Waters: «In mostra ci siamo noi»
ROMA «Questa mostra avrà molto successo, però la storia che stiamo vivendo mi interessa ancora di più. Ci troviamo su un treno espresso che corre verso l’estinzione. Quella della mostra è una storia molto interessante, ma quella che viviamo tutti i giorni è una storia di grande precarietà».
A parlare è Roger Waters, uno dei fondatori dei Pink Floyd, leggendaria rock-band inglese, a cui è dedicata “The Pink Floyd Exhibition: Their Mortal Remains”, un viaggio audiovisivo nei cinquanta anni di carriera del gruppo, che si aprirà domani al Macro.
Fra musica, immagini e video, la mostra racconta quale fu il ruolo della band nel cruciale passaggio culturale dagli anni Sessanta in poi, a partire dal suo approccio sperimentale, che li rese la punta di diamante del movimento psichedelico.
Momento culminante della mostra è la “Performance Zone”, in cui i visitatori entrano in uno spazio audiovisivo immersivo che comprende la ricreazione dell’ultimo concerto dei quattro membri della band al Live 8.
«Spero di poter continuare a portare questa mostra in giro per il mondo – spiega il batterista Nick Mason – riguardandola ora il nostro viaggio sembra più premeditato di quello che è stato in realtà».
Dopo il successo del debutto al Victoria and Albert Museum di Londra, che ha visto la partecipazione di più di 400 mila persone, la mostra, prodotta e promossa a livello globale da Michael Cohl, sbarca nella Capitale per restarci fino al primo luglio.
STEFANO MILIONI
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