Intanto (per adesso) Kim l’ha avuta vinta
Chi la dura la spunta. Bene ha fatto Kim Jong-un a fare il babau internazionale se alla fine il Dipartimento di Stato ha ceduto. E se alla Casa Bianca sono volate parolacce e sberleffi, col Segretario di Stato in procinto d’essere sostituito con altri più proni a menar le mani, per Trump ora Kim non è più una priorità, per Putin «un politico maturo». Bimbo Kim ha la bomba in tasca e partita vinta. Ha continuato a sparacchiare missili per tenere in piedi il suo regime e sulla corda Oriente e Occidente, mentre gli Usa facevano la voce grossa e la faccia cattiva, non potendo fare altro. Le sanzioni fanno un baffo al simulacro d’un regime comunista imbozzolato in sé stesso che vive del poco di suo e della Cina, ma mostrano ai buoni che qualcosa si fa contro il cattivo di turno. Dall’impasse si è usciti via giochi olimpici, con le due Coree a stringersi la mano e con buona pace di chi spingeva sul bottone del non ritorno. E proprio ai cinesi si chiedeva di togliere le castagne dal fuoco al mondo sull’orlo della nuova guerra fredda. L’invasione cinese – ventilavano gli esperti – sarebbe stato il solo modo per farla finita con l’ingombrante vicino. In alternativa, i cinesi potevano offrire il loro ombrello atomico ai nordcoreani. Kim è bizzoso e scomodo, non certo docile ma pur sempre vicino a Pechino. Non si capisce perché la Cina dovrebbe sbarazzarsene con un’invasione che sarebbe il suo Vietnam, né perché la Corea del Nord dovrebbe rinunciare alla bomba, ora che ce l’ha. Ma la partita continua, qualcuno può sempre avere voglia di rilanciare per far saltare il piatto.
MAURIZIO ZUCCARI
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