Il Portico di Ottavia restituito alla città
ROMA Per quasi quindici anni i ponteggi hanno ricoperto gli archi del Portico di Ottavia, parte del complesso fatto costruire dall’imperatore Augusto, tra il 27 e il 23 a.C al posto del più antico portico di Metello per dedicarlo alla sorella. Ieri il monumento è stato finalmente liberato dai cantieri.
I lavori di restauro veri e proprierano però partiti solo due anni fa e da poche settimane il monumento, situato nel cuore del quartiere ebraico di Roma, ora è nuovamente visibile in tutta la sua bellezza. La complessa operazione di restauro, diretta dalla Sovrintendenza Capitolina con l’ausilio di un team di archeologi, architetti e ingegneri, ha studiato, verificato, monitorato e consolidato nel tempo, la stabilità del monumento.
Dopo il restauro e la parziale ricostruzione avvenuta già nel 203 da parte di Settimio Severo, nel corso degli ultimi tre secoli, il propileo ha subito notevoli interventi che ne hanno minato la staticità. Già nel XIV secolo si era reso necessario innalzare un arco centrale al posto delle due colonne frontali per consolidare il monumento. Inoltre, l’eliminazione delle case del Ghetto nei primi anni del ‘900 ha accentuato i movimenti statici. A partire dal 1960 è stato smontato il frontone anteriore e si è intervenuti sulla prima colonna posteriore lesionata, con l’introduzione di una serie di perni metallici al suo interno. I lavori sono stati realizzati con una spesa di 456.242 euro, con ulteriori finanziamenti dovrà essere avviata la quarta e ultima fase del restauro per il completo recupero del Portico d’Ottavia. Ad inaugurare ieri il restauro la sindaca di Roma Virginia Raggi, il vicesindaco con delega alla Cultura Luca Bergamo, la presidente del Municipio I Sabrina Alfonsi, il sovrintendente capitolino Claudio Parisi Presicce e la presidente della Comunità Ebraica di Roma Ruth Dureghello.
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