Il processo Eternit bis a rischio prescrizione
TORINO I processi contro Stephan Schmidheiny, ex capo dell’Eternit in Italia, restano quattro e con un’accusa più lieve.
La Cassazione ha dichiarato inammissibilI i ricorsi della procura e della procura generale di Torino per l’annullamento della sentenza che un anno fa scorporava in quattro parti il maxiprocesso Eternit bis sulla morte di 258 persone: il tribunale di Vercelli deve occuparsi delle 243 morti avvenute a Casale Monferrato e dintorni, quello di Torino di due, quello di Napoli delle otto avvenute a Bagnoli e quello di Reggio Emilia di due decessi di Rubiera.
Inoltre è cambiato anche il tipo di reato: dall’omicidio volontario, più grave, all’omicidio colposo, che si prescrive prima. Nei ricorsi «c’erano dei vizi formali», ha spiegato l’avvocato del manager, Astolfo Di Amato. Contrariati i legali dei familiari delle vittime: molti decessi possono restare impuniti per colpa della prescrizione del reato di omicidio colposo. «La colpa cosciente è comunque un reato grave che comporta una pena rilevante, come nel caso Thyssen», ha ricordato l’ex pm Raffaele Guariniello, che condusse queste inchieste. «Rimane aperta la strada delle cause civili affinché i familiari delle vittime dell’amianto possano avere un risarcimento», ha spiegato l’avvocato Marco Gatti, che difende il Comune di Casale. A Torino e a Napoli sono già cominciati i processi, mentre a Reggio Emilia e Vercelli sono ancora in fase di indagine. «Alla prossima udienza a Torino presenteremo nuove denunce», ha annuncia l’avvocato Ezio Bonanni, uno dei difensori di parte civile.
ANDREA GIAMBARTOLOMEI
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