Vivere senza supermercato Ecco perchè, e come si fa
Roma – Non ce la farai mail. Non durerai più di una settimana. Avrai la casa sporca, i panni sporchi. Manderai il tuo compagno a fare la spesa. Morirai di fame. Il tuo compagno ti lascerà.
Questo si è sentita dire Elena Tioli quando, a gennaio 2015 decise di voler vivere un anno senza supermercato. Oggi, che di anni ne sono passati quasi tre, queste frasi sono l’incipit del libro “Vivere senza supermercato” che la Tioli sta presentando in tutta Italia. E a gennaio partiranno anche dei corsi di “sopravvivenza senza grande distribuzione” durante i quali verrà insegnata l’arte del fai da te applicata a tutti i bisogni fondamentali. E anche al surplus. Perché la sua filosofia di vita è “vivere con meno” ma vivere bene.
Come è cominciata?
Con un lungo periodo di disoccupazione. Ho dovuto fare a meno di alcune cose, come le sigarette. Ebbene sì, fumavo. Mi sono interessata dell’autoproduzione, ho imparato a preparare da sola tanti beni. Poi un bel giorno di gennaio 2015 capitai in un supermercato spagnolo con amici, dopo un Capodanno divertentissimo. Lì vidi dei piccoli maialini confezionati e pronti per essere venduti. Erano interi, con gli occhi chiusi. Lì ho iniziato a riflettere e ho capito che questo sistema era folle. Si trattava per la maggior parte di cose inutili e dannose per gli esseri umani e per l’ambiente.
E davvero non entra in un supermercato da anni?
Sì. Molte cose le acquistiamo con i gruppi di acquisto solidale, ci sono distributori indipendenti, tanti prodotti li realizzo in casa, acquistando le materie prime, prediligiamo il chilometro zero.
Facciamo un gioco. Per ogni prodotto ci dica dove se lo procura.
Sono pronta.
La carta igienica.
(Ride). Faccio parte di un gruppo di acquisto presso la Lucart, che produce carta biodegradabile e quindi sostenibile. Il problema è che non vendono al dettaglio e quindi una volta l’anno andiamo a prenderla presso un centro all’ingrosso a Roma. Quel giorno vede file e file di camioncini rifornirsi. Ho dovuto imparare a calcolarne il fabbisogno annuale e non è facile…
E dove la tiene?
Basta un metro quadrato. Dietro gli armadi, sotto il letto.
Dentifricio.
Autoprodotto.
Olio
Produttore locale
Sale, pepe, spezie
Rete dei Gas e negozi dove si vende sfuso.
Assorbenti.
Eh, ho provato la coppetta mestruale, ma non di notte, quando spendo un po’ di più degli assorbenti in commercio nei supermercati e prendo quelli in cotone.
Detersivo…
Ah quelli si producono facilmente a casa e costano pochissimo. Comunque, dove non ci si arriva si compra, ma in modo sostenibile.
Costerà tutto di più?
No. Si tratta di rifornirsi di materie prime e di essere consapevoli del proprio potere d’acquisto. Un potere, lo dice la stessa parola. Noi consumatori abbiamo un potere e lo dobbiamo esercitare.
STEFANIA DIVERTITO
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