Spazio
10:24 am, 7 Novembre 17 calendario

«Abiteremo sulla Luna ma per andare su Marte»

Di: Redazione Metronews
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ROMA L’astronauta Asi Roberto Vittori per tre volte ha volato nello spazio.
Lei che è stato tre volte nello Spazio rispetto a noi “terrestri” ha visto la Luna più da vicino. Perché vale la pena investire per portare l’uomo nello Spazio e sulla Luna?
Lo spazio è il futuro dell’umanità; è il futuro di tutti noi e delle generazioni a venire. L’esponenziale crescita di attività direttamente o indirettamente collegate all’ambiente spaziale è sotto gli occhi di tutti. Dagli applicativi, ossia telecomunicazioni, navigazione, osservazione della terra; alle operazioni (servizi di lancio, attività della stazione spaziale internazionale); l’ambiente spaziale è ormai inscindibilmente connesso con l’ambiente terrestre e ne costituisce uno dei volani più importanti di sviluppo non solo tecnologico e scientifico ma anche di sicurezza e di opportunità di crescita economica.
E la Luna?
La Luna è la prossima tappa; nel senso di colonizzazione lunare. Il nostro compagno di viaggio è accessibile per la vicinanza, per la mancanza di una atmosfera e per la gravità ridotta; inoltre è di grande interesse per avere una composizione del suolo simile a quella terrestre quindi rendendo più facile l’esportazione al di fuori dell’atmosfera dei nostri processi produttivi e manifatturieri; parliamo in questo senso di estrarre e quindi reperire materie prime in loco per poi procedere a realizzare direttamente manufatti sulla Luna.
Quest’ultimo è il vero prossimo passo necessario per tappe più ambiziose (Marte o asteroidi); slanci dimostrativi che saltano la Luna sono sempre possibili ma destinati a rimanere tentativi isolati per anni a venire; come è già avvenuto negli anni 60 con la Luna medesima.
Com’è vivere nello Spazio? Pensa si possa vivere sulla Luna? 
Vivere nello spazio è molto differente dalla vita terrestre. La stazione spaziale internazionale è caratterizzata dalla condizione di micro-gravità che costringe a limitare i periodi di permanenza; stesse considerazioni per la mancanza di scudi protettivi contro le radiazioni cosmiche.
Sulla Luna avremmo problemi analoghi se non peggiori per la mancanza di protezioni contro le radiazioni ma la se pur solo parziale gravità lunare (1/6 di quella terrestre) mitiga leggermente gli effetti negativi dell’ambiente in micro-gravità sull’uomo.
La Luna quindi è abitabile magari principalmente nelle caverne (come protezione dalle radiazioni cosmiche).
Lei lo farebbe?
Se potessi lo farei certamente.
Tra gli esperimenti da lei condotti c’è stato il far crescere delle piante: si può coltivare nello spazio?
Coltivare al di fuori dell’atmosfera terrestre è di fondamentale importanza per il futuro dell’esplorazione; “agrospazio” era l’identificativo di una serie di esperimenti ideati durante la mia seconda missione; da allora numerosi altri esperimenti sono stati proposti e realizzati con successo; il vero passo in avanti tuttavia è farlo sulla superficie lunare
“Un grande passo per l’umanità”. Lei lavora con europei, russi, americani. Ora in pista ci sono anche cinesi, indiani e tanti altri. Quella verso lo spazio è una corsa, una gara fra nazioni per accaparrarsi meriti e vantaggi o può realisticamente essere un’impresa che accomuni tutto il pianeta?
Avere una impresa che accomuni l’intero pianeta è un bellissimo sogno, forse purtroppo destinato a rimanere tale. Scenari apocalittici come l’arrivo di una minaccia da asteroide sicuramente realizzerebbe le condizioni per una federazione di sforzi a livello globale, ma speriamo che questo non sia mai il caso. La Stazione Spaziale Internazionale è giustamente identificato come forse il più grande progetto di cooperazione internazionale mai realizzato; ma gli sforzi e costi ed i tempi sono stati enormi, forse spropositati. Ipotizzare uno sforzo simile addirittura ampliando ad altre realtà come Cina ed India è possibile, sarebbe bellissimo, me ritengo che sia poco realistico per la dimensione dello sforzo per coordinare i differenti punti di vista.
Per il futuro ritengo che sia più efficace ed efficiente ritrovare la dimensione nazionale delle iniziative per poi federare eventualmente gli sforzi come parte di operazioni di comune interesse.
Leggi l’intervista a Roberto Battiston 
OSVALDO BALDACCI

7 Novembre 2017
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