Maurizio Guandalini
8:06 am, 3 Novembre 17 calendario

Che cosa serve per vincere

Di: Redazione Metronews
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Domenica 5 novembre c’è il match clou. Quello che darà il via alla remuntada del centrodestra italiano. Le elezioni regionali siciliane saranno vinte dalla coalizione di papà Silvio.  E’ scritto. Da lì a Palazzo Chigi, per le elezioni politiche di primavera,  sarà un soffio. Local and global. Nella Catalogna del Commissario Montalbano, cartina di tornasole, quasi fedele, di quello che succederà in futuro nel Continente, c’è da stabilire anche chi sarà il più temibile (?!) outsider. Comunque eterno secondo: Pd, grillini o la formazione di sinistra-sinistra? Avete presente la lirica de Le feuilles mortes, o per stare in zona millennials le nenie tattiche di Malgioglio che dalla prima puntata del Grande Fratello dice di voler uscire? E’ il caso di dire non c’è più il cannolo di una volta. Solo melanzane riscaldate. 
Il warm up contemporaneo 
è un mix di promesse 
da uomo qualunque
Le scelte di partiti e candidati, a estuario, sono annullate. Diluite nel sarcofago della disperazione. Chi votare? Il warm up contemporaneo è un mix di promesse da uomo qualunque e una stampa stropicciata antica raffigurante quel sindaco-armatore di Napoli, Achille Lauro, che, negli anni Cinquanta, arringava le folle promettendo, in cambio del voto, chili di pasta o la scarpa destra se era premiato dalle urne, da affiancare poi alla scarpa sinistra, regalata prima di entrare in cabina. Gira la ruota, corsi e ricorsi storici nelle parole dell’ex Cavaliere che promette, promette e ancora promette. Per la stagione inverno-primavera gli articoli sono: via l’Imu sulla prima casa (ma non è già stata tolta?), via il bollo auto, pensioni basse tutte a mille euro e il menu di complemento, fisso, meno burocrazia, meno tasse più giustizia. Possibile basti così poco a Berlusconi per tornare e vincere?  Sarà la febbre indigena sicula. Se il termometro è a livello così pure nel resto d’Italia,  ‘Me Tapiro’, dobbiamo dare ragione al papà di Striscia la Notizia, Antonio Ricci,  quando tratteggia gli italiani “autoindulgenti con sé stessi, pecoroni alla bisogna, pronti, anzi prontissimi a dare agli altri la colpa dei propri fallimenti”. La nostra Repubblica sa quanto c’è bisogno di quello che non c’è mai stato, di un centrodestra liberale, conservatore che non parli ancora, nel 2017,  di pericolo comunista ma di riforme strong a partire  dalla magistratura, il terzo potere (insieme a Governo e Parlamento) intoccabile, mai passibile di rottamazione. L’assurdo è che i grillini spacca ferro vogliono cambiare l’Italia mettendo nei posti chiave procuratori e giudici  (in pensione) partendo dall’assunto  che se una persona viene assolta non è innocente. Corpus iuris civilis romani?

3 Novembre 2017
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