Nube nera su Taranto
10:33 am, 26 Ottobre 17 calendario

Ilva, nube nera su Taranto Il sindaco chiude le scuole

Di: Redazione Metronews
condividi

Taranto – Una polvera nera tossica. Piena di carbon fossile e di minerali di ferro, che da due giorni soffia su Taranto. In particolar modo al quartiere Tamburi. Proviene dall’Ilva, il siderurgico con i parchi minerali non ancora coperti, nonostante le prescrizioni della magistratura, le inchieste europee, le denunce. E così, quando ci sono i “wind days”, i giorni ventosi, bisogna chiudersi in casa. Il sindaco questa volta ha predisposto la chiusura delle scuole nel quartiere bersaglio della polvere.  Bimbi a casa, finestre chiuse e balconi neri di fuliggine velenosa. Inoltre il sindaco ha scritto all’Ilva chiedendo di assumersi l’onere di ripulire le zone colpite dalla nube tossica. Un’iniziativa applaudita dagli ambientalisti. 
Dopo due giorni, ieri, la politica nazionale è intervenuta: il ministro per lo Sviluppo economico Carlo Calenda ha detto di essere disposto a incontrare il sindaco, che tra l’altro ha annunciato di voler impugnare l’Autorizzazione ambientale integrata rilasciata all’impianto. 
Nel frattempo Peacelink, da sempre è attore principale nella denuncia del dramma in atto in città, ha informato la Commissione europea scrivendo al Commissario europeo per l’Ambiente, Karmenu Vella, e inoltrando anche un dossier fotografico. «La copertura del parco minerali doveva essere realizzata entro il 2015 ma a oggi, i lavori non sono stati completati», scrivono. Gli attivisti di Peacelink spiegano che “i cumuli di rifiuti speciali, oggetto del decreto del 14 marzo 2014, saranno smaltiti, secondo quanto richiesto dai nuovi acquirenti del Gruppo Ilva, soltanto entro il 2023. Ciò che è invece emerso dalla caratterizzazione dei terreni realizzata sotto i parchi minerali è che vi è un inquinamento molto elevato del terreno profondo e della falda acquifera superficiale, con notevoli superamenti dei limiti di legge». 
Sullo sfondo la trattativa con i sindacati per la questione occupazionale dopo la vendita dell’impianto. Il primo tavolo è saltato perché Calenda ha ritenuto inaccettabile il non mantenimento del livello salariale. Prossimo appuntamento il 31 ottobre, ma i sindacati ieri hanno già fatto sapere che sarà un incontro “interlocutorio”. Secondo il piano industriale dovrebbero essere 4mila gli esuberi.
STEFANIA DIVERTITO

26 Ottobre 2017
© RIPRODUZIONE RISERVATA