Pensioni
8:35 pm, 25 Ottobre 17 calendario

Perequazione pensioni «un atto ragionevole»

Di: Redazione Metronews
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ROMA La Corte costituzionale ha respinto le questioni di legittimità sollevate da tribunali e sezioni giurisdizionali della Corte dei Conti sul decreto Poletti, varato dal governo Renzi dopo la sentenza con la quale nel 2015 la Consulta aveva bocciato la norma Fornero che aveva bloccato per il 2012 e 2013 la perequazione automatica delle pensioni con importo mensile di tre volte superiore al minimo Inps (circa 1.450 euro lordi). Il “bonus” Poletti aveva stabilito una restituzione della rivalutazione, ma non totale. Il 100% solo per le pensioni fino a 3 volte il minimo Inps, per quelle da 3 a 4 volte il 40%, che scende al 20% per gli assegni superiori di 4-5 volte il minimo e al 10% per quelli tra 5-6 volte. Infine chi percepisce una pensione superiore a 6 volte il minimo è stato escluso dalla restituzione. Per i giudici costituzionali questo meccanismo è «un bilanciamento non irragionevole tra i diritti dei pensionati e le esigenze della finanza pubblica». Una bocciatura del decreto Poletti sarebbe potuta costare allo Stato circa 30 miliardi.
Riflessione sugli automatismi
Intanto in materia di pensioni al centro del dibattito ci sono gli automatismi. «Non tutti i lavori sono uguali. E non tutti i lavoratori hanno la stessa aspettativa di vita per le mansioni che fanno. Le norme volute dal governo Berlusconi e poi modificate dal governo Monti sull’aumento automatico dell’età pensionabile vanno riviste – ha detto il vicesegretario del Pd, Maurizio Martina – per questo serve un rinvio dell’entrata in vigore del meccanismo. I tempi per una discussione parlamentare ci sono tutti e credo sia giusto prendersi tutto lo spazio utile per aggiornare questa decisione».
Poletti: «C’è tempo per discutere»
«C’è una legge e la legge si applica. Ma la legge andrà in applicazione all’inizio del 2019 e c’è oltre un anno di tempo – ha chiarito il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti – se si vuole discutere e confrontarsi sul merito di questo tema, il tempo c’è». E i sindacati premono, pronti allo sciopero generale: «Gentiloni ci convochi subito – ha detto il segretario Uil, Carmelo Barbagallo – ci sono alcune sollecitazioni importanti anche da parte del mondo della politica con cui si chiede il blocco degli automatismi». E l’Istat fa sapere che quasi la metà delle donne pensionate prende meno di mille euro, mentre 16 anziane su 100 non ricevono pensione.
METRO

25 Ottobre 2017
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