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8:47 pm, 1 Ottobre 17 calendario

Scambio di accuse tra Madrid e Barcellona

Di: Redazione Metronews
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SPAGNA «Non possono mettere a tacere la voce di un popolo. L’immagine dello Stato spagnolo ha raggiunto livelli di vergogna che dureranno per sempre». Così Carles Puigdemont, presidente del governo catalano. Mentre il portavoce dell’esecutivo ha parlato di «repressione franchista». Secondo Puigdemont «è evidente che c’è stato un uso ingiustificato e irresponsabile della violenza». «L’assoluta irresponsabilità del governo catalano è stata affrontata con professionalità delle forze dell’ordine – ha replicato la vice premier spagnola, Soraya Sáenz de Santamaría – con fermezza e in modo proporzionato abbiamo sventato i piani della Generalitat».
Rajoy: rispetto dello stato di diritto
In serata è intervenuto anche il premier spagnolo, Mariano Rajoy: «Oggi non c’è stato alcun referendum di autodeterminazione. Tutti gli spagnoli hanno constatato che lo Stato di diritto resta in vigore e mantiene la sua forza. La maggioranza dei catalani non ha voluto partecipare alla sceneggiata dei secessionisti. La Spagna è una democrazia avanzata e tollerante, ma anche ferma e determinata al rispetto dello stato di diritto. Il mio grande obbligo è rispettare la legge, farla rispettare e garantire democrazia, e oggi ha vinto la democrazia». Rajoy ha aggiunto che convocherà le forze politiche «per riflettere insieme sul futuro».
Salvini: bisogna stare nelle regole
A livello internazionale solo un portavoce del ministero degli Esteri britannico ha lanciato un appello per il rispetto della «legge e della Costituzione» in Spagna. Intanto sei giudici catalani hanno deciso di aprire un’inchiesta contro i Mossos d’Esquadra, la polizia regionale che si è rifiutata di obbedire all’ordine della magistratura di bloccare le operazioni di voto. Sugli scontri si registrano reazioni anche in Italia. «Un governo che usa la violenza per sgomberare e chiudere i seggi elettorali è una vergogna – ha detto il segretario della Lega, Matteo Salvini – si può essere d’accordo o meno con un referendum, ma manganellare i settantenni non è la soluzione». Salvini ha però aggiunto che il referendum in Catalogna era stato convocato «senza rispettare le regole», mentre lui sta «con i 15 milioni di italiani che in Lombardia e Veneto il 22 ottobre potranno votare per referendum legittimi». «Per uno Stato – ha scritto in una nota il M5S – è doveroso tutelare innanzitutto l’incolumità e la libertà d’espressione dei cittadini».
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1 Ottobre 2017
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