Nucleare
2:49 pm, 27 Settembre 17 calendario

Nucleare, le scorie in attesa del “dove”

Di: Redazione Metronews
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È un cammino a ostacoli quello della realizzazione del deposito nazionale di scorie nucleari. A cominciare dalla pubblicazione del programma legato alla gestione del combustibile esaurito e dei rifiuti radioattivi, avvenuta poco prima delle vacanze estive e che ha fatto trascorrere un agosto di studio a comuni, regioni e associazioni che avevano tempo fino al 13 settembre per produrre le proprie osservazioni. Che sono arrivate, copiose, al ministero dello Sviluppo economico e dell’ambiente. Il programma, pur essendone propedeutico, non parla ancora del deposito nazionale di scorie che si rende necessario per mettere in sicurezza i 25-30 mila metri cubi di scorie esistenti in Italia e continuamente prodotte e i rifiuti nucleari ad alta attività, stipati solo temporaneamente. Per un totale di 90 mila metri cubi. E proprio questo è uno dei punti deboli secondo Pasquale Stigliani portavoce di Scanziamo le scorie, il comitato lucano che nel 2003 riuscì a rispedire al mittente l’ipotesi di costruire il deposito a Scanzano Jonico: «Non è possibile che non si riesca a stabilire con certezza quanti rifiuti industriali dovrà contenere. Non esistono stime precise dei rifiuti radioattivi che si recupereranno con le bonifiche dei siti industriali, ad esempio. E quindi come si fa a dimensionare il deposito con  queste informazioni approssimative?».
Massimo Scalia è tra gli autori delle osservazioni inviate dalla Commissione scientifica sul decommissioning, che riunisce decine di scienziati e tecnici: «Le previsioni sulla tempistica non appaiono realistiche. Si pensi ad esempio che per il Deposito nazionale, dopo un lentissimo avvio nel 2010 l’iter è ormai fermo da due anni a uno dei passi iniziali, la pubblicazione della Carta delle aree potenzialmente idonee, che, nelle previsioni dello stesso Programma, non avverrà che entro la fine del 2018. Inoltre nel documento del governo vengono mischiati insieme i problemi dell’alta e della bassa attività, non viene dato un ordine di priorità agli interventi, non vengono compiutamente individuate le criticità e le metodologie per superarle».
La situazione oggi. Oggi, i 25-30mila metri cubi di rifiuti a media e bassa attività sono disseminati in tutta Italia in una ventina di depositi e siti diversi e altri minori, per esempio gli stoccaggi provvisori degli ospedali. Tranne i sardi, ogni italiano ha almeno un deposito di scorie nucleari o uno stoccaggio minore a meno di cento chilometri da casa, e in alcune zone d’Italia la densità è altissima come in Piemonte, Lombardia o nel Lazio.
STEFANIA DIVERTITO
 
 

27 Settembre 2017
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