Cinema/“Emoji”
8:30 am, 27 Settembre 17 calendario

La ribellione di un’emoji che non vuole la sua faccina

Di: Redazione Metronews
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ROMA Faccine e smile, mani e gelati, regine e troll, scarpe e caramelle, lacrime e piedi, pizze e palloncini e infinitamente altro, tutti insieme appassionatamente a prendere corpo nell’universo degli Emoji, ricostruito da Anthony Leondis per “Emoji. Accendi le emozioni”, da giovedi in sala, dopo la presentazione allo scorso Festival di Cannes e un’accoglienza fredda negli States. 
La lingua sta morendo nella comunicazione sempre più veloce degli smartphone? Stiamo tornando ai tempi dei geroglifici, grida il maestro di turno, ma che importa?
Al regista interessa il viaggio dentro un cellulare-labirinto in cui si consumano vita, morte e miracoli di ogni emoticon.  Cartoon-corsa dentro le applicazioni del telefono, in compagnia di un emoji diverso, che rifiuta la monoespressione e corre in cerca di se stesso, vorrebbe essere un emoji “bah” come i suoi genitori, ma si è accorto invece di poter far tutto, di provare tutto, di non restare indifferente davanti a nulla. E, dunque, di non potersi far incasellare in quell’unica espressione annoiata che il destino gli ha assegnato.  
Il tutto, con colori accecanti, confezione sgargiante, musiche a palla e scelte molto (troppo) pop, avviene nello smartphone dell’adolescente Alex, distratto dalla ragazzotta che ama e dal trambusto che l’emoji ribelle crea nella cittadina di Messaggiopolis, abitata dalle faccine e funzionante alla perfezione almeno finché ciascuna nella propria vetrina è pronta a posare e sottoporsi alla scansione quando è chiamata in causa, selezionata dall’utente.
Ma se questo non avviene, se Alex vede sul suo cellulare faccine agitarsi e mutare in libertà che succede? Corre a formattare il tutto, creando il panico tra gli emoticons che stanno per essere cancellati. Allora sarà corsa contro il tempo.
SILVIA DI PAOLA
 

27 Settembre 2017
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