Catalogna indipendente
9:15 pm, 20 Settembre 17 calendario

Caos alla catalana Sfida Madrid-Barcellona

Di: Redazione Metronews
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SPAGNA Esplode la critica situazione legata al referendum per l’indipendenza della Catalogna indetto da Barcellona per il primo ottobre e vietato da Madrid. La Guardia Civil per la prima volta è entrata in nove sedi della Generalitat catalana dove ha eseguito quaranta perquisizioni e ha arrestato 14 funzionari e privati tra cui il braccio destro del vicepresidente catalano e segretario generale all’economia, insieme ad altri componenti della squadra che organizza la consultazione. Sequestrate milioni di schede pronte per il referendum, che erano nascoste in una fabbrica della cittadina catalana di Bigues i Riells. Secondo l’emittente Tve tutti le schede pronte per la consultazione sono ormai nelle mani della polizia. Nei giorni scorsi erano state sequestrate le urne elettorali, era stato vietato alle poste di distribuire materiale legato al referendum, ed erano stati indagati gli oltre 700 sindaci che hanno aderito alla consultazione. L’operazione ordinata dalla magistratura rientra nelle misure per impedire lo svolgimento del referendum, dichiarato illegale dalla Corte costituzionale. 
Barcellona ha denunciato il blitz sostenendo che rappresenta una «sospensione di fatto» dell’autonomia catalana. Per il presidente catalano Carles Puigdemont la Spagna «ha superato la linea rossa», e ha riunito d’emergenza il governo, e sembra che la pensino come lui anche migliaia di catalani scesi subito in strada a caldo per dimostrare contro l’azione repressiva. Manifestazioni e sit-in improvvisati con centinaia di persone si sono tenuti in diverse zone di Barcellona con lo slogan «Voteremo». Orioles, uomo forte del movimento indipendentista, ha denunciato che «stanno attaccando le istituzioni di questo Paese, quindi i cittadini. Non lo permetteremo». La sindaca di Barcellona, Ada Colau, ha definito «uno scandalo democratico che si perquisiscano le istituzioni e si arrestino cariche pubbliche per motivi politici». A Madrid i deputati dei partiti nazionalisti catalani hanno abbandonato i lavori del Congresso. 
Il premier spagnolo, Mariano Rajoy, ha spiegato che il suo governo «tutela i diritti di tutti gli spagnoli: i giudici si sono espressi contro il referendum, come democrazia abbiamo l’obbligo di far rispettare la sentenza». Madrid ha spiegato che non terrà conto dell’esito dell’eventuale voto.
O.BA.

20 Settembre 2017
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