TERREMOTO
7:00 am, 19 Settembre 17 calendario

Nelle sorgenti i segnali dei terremoti in arrivo

Di: Redazione Metronews
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ROMA Potrebbe nascondersi nelle anomalie geochimiche delle acque sorgive dell’Appennino – in particolare nel valore dell’arsenico – una chiave per cogliere un segnale di pre-allerta di un terremoto in arrivo (“precursore sismico”). È la pista che sta battendo una ricerca condotta dai geologi dell’università La Sapienza di Roma, insieme ad esperti del Cnr e dell’Ingv, sull’esempio di uno studio condotto in Islanda settentrionale (che ha evidenziato anomalie geochimiche nelle acque sorgive alcune settimane prima dell’arrivo di terremoti di magnitudo superiore a 5.5). La nuova ricerca, pubblicata sulla rivista Nature Scientific Reports, è partita nel 2014 sui monti dell’Appennino centrale con un monitoraggio delle sorgenti con flussi provenienti dalle profondità della crosta terrestre.
Concentrazioni aumentate
Le analisi sono iniziate prima dei forti terremoti dell’estate e dell’autunno 2016, ma proprio durante quest’ultima sequenza sismica è stata riscontrata la presenza di variazioni idrogeochimiche. Prima della scossa di Amatrice con magnitudo locale 6.0 nella notte tra il 23 e il 24 agosto 2016 i geologi hanno rilevato che la presenza nelle acque di alcuni metalli e metalloidi è cresciuta fino a 10-20 volte la concentrazione di base. In particolare l’aumento della concentrazione nelle acque di Arsenico, Vanadio e Ferro è cominciata ad aprile-maggio 2016 per poi culminare a settembre-ottobre 2016 (il 30 ottobre c’è stata la scossa a Norcia con magnitudo locale 6.5) e tornare ai livelli di base lo scorso gennaio. Anche la concentrazione del Cromo è aumentata in coincidenza con l’inizio della sequenza sismica.
Fluidi lungo le fratture
La tesi è che il contenuto in metalloidi e metalli aumenta nelle acque sorgive in conseguenza di un apporto di fluidi profondi arricchiti di tali elementi chimici. Quando si determina la deformazione preparatoria di un terremoto di media-grande intensità si creano infatti delle fratture che raggiungono la parte profonda della crosta terrestre. Lungo queste fratture risalgono i fluidi idrotermali. I ricercatori però invitano alla prudenza perché le conoscenze scientifiche al momento sono premature.
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19 Settembre 2017
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