Roma/Musica
7:15 am, 14 Luglio 17 calendario

«La mia cartolina inviata dalla Terra»

Di: Redazione Metronews
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ROMA «Ho sempre avuto un’attrazione per le canzoni e quando  ho avuto sottomano una chitarra classica scassata che suonava mio fratello ho iniziato a scriverne subito di mie senza che nessuno mi insegnasse niente come se lo facessi già da decenni». Parola di Vasco Brondi, in arte Le Luci della Centrale Elettrica, in concerto domani alle 21,30 all’ex Dogana per Viticulture. L’artista veronese presenta il nuovo album “Terra”, uscito a marzo
Quali sono gli artisti su cui si è formato? 
Ascolto oggi le stesse cose che ascoltavo e amavo a 15 anni: Battiato, De Gregori, i Cccp, i Csi. E molta musica etnica che amo perché è musica non fatta per avere l’approvazione degli altri ma spesso per riti,  feste, per esprimere dolore o amore. 
Come è cambiato nel tempo il suo approccio alla forma-canzone? 
Un disco dopo l’altro mi sembra di togliere uno strato in più da me e andare più nel profondo. Ho lavorato molto sulla musicalità in “Terra”. Anche le parole ho cercato di pensarle come uno strumento musicale, come fossero una batteria. L’idea era quella di fare un disco che fosse come una cartolina da spedire nello spazio  dall’Italia di adesso.
Che idea ha della situazione musicale nel nostro paese, in riferimento alla nuova generazione di cantautori? 
Credo che non ci sia una “scena” fortunatamente, credo sia ingiusto per tutti definirla così. Ci sono tanti musicisti che fanno cose diversissime l’uno dall’altro. hanno in comune solo  il fatto di star seguendo la propria strada coraggiosamente dopo essere spesso partiti in solitaria. 
Che consiglio darebbe oggi a un giovanissimo che volesse intraprendere la carriera di musicista/cantautore? 
Ho iniziato a lavorare in un bar a 18 anni e sono andato via da casa. Intanto suonavo e a un certo punto ho deciso di chiudermi tutte le vie di uscita di emergenza e continuare solo nella direzione della musica ma non è un consiglio che mi sento di dare agli altri, semplicemente mi sembrava di non avere alternative a quello che faccio adesso. Era un futuro improbabile ma che è arrivato. Il consiglio che mi sento di dare è quello che dava a tutti Andrea Pazienza: “viscere sul tavolo”. Sincerità fino in fondo. 
STEFANO MILIONI

14 Luglio 2017
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