Migranti, il piano europeo Ma il caos rimane

UNIONE EUROPEA Non c’è un solo commento positivo al piano della Commissione europea per i migranti. Almeno in Italia. Da Amnesty a Prodi, dalle forze politiche di maggioranza e di opposizione alle associazioni caritatevoli, tutti ritengono il piano inadeguato. E peraltro difficilmente applicabile in molti punti. 
A Strasburgo la tensione sui migranti è quasi sfociata in uno scontro istituzionale: il presidente della Commissione Juncker, adirato perché in aula c’erano solo una trentina di eurodeputati su 751, ha definito «ridicolo» il Parlamento europeo. «Moderi i termini», lo ha rimproverato il presidente, Antonio Tajani. Proprio Juncker ha elogiato il piano che dovrebbe servire a non lasciar sola «l’eroica Italia». Le misure della Commissione prevedono incrementare la capacità delle autorità libiche grazie a un progetto dotato di 46 milioni di euro; finanziare la creazione in Libia di un centro di coordinamento e soccorso marittimo; aumentare i finanziamenti per la gestione della migrazione in Italia di 35 milioni di euro; aumentare le unità per il trattamento delle domande e gli espertidirimpatri; avviare e finanziare un nuovo sistema di reinsediamento, in particolare da Libia, Egitto, Niger, Etiopia e Sudan; stipulare accordi di riammissione con i paesi di origine; accelerare il ricollocamento dall’Italia; l’Italia dovrebbe redigere un codice di condotta per le Ong, registrare velocemente tutti i migranti, ampliare la capacità di accoglienza. 
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