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8:00 am, 23 Giugno 17 calendario

«I nostri zombie contro il razzismo»

Di: Redazione Metronews
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ROMA Degli zombie spuntano da un angolo dello spiazzo. Hanno i vestiti lacerati, corpi tumefatti e sanguinolenti, passano tra i tavoli ma non spaventano. Sorprendono, poi fanno ridere. Il centro sociale Strike è diventato scenario di un’invasione zombie, tra piatti di pasta, gruppi musicali  e vendita di spillette per un crowdfunding molto particolare. È accaduto giovedì scorso  a Roma, ma è una storia che riguarda tutto il Paese.
Il progetto si chiama “Go home – a casa loro”, e si tratta di un film autoprodotto in fase di lavorazione. Anima dell’iniziativa è Luna Gualano, giovane regista e attivista. Con l’associazione un Ponte sullo Schermo segue l’accoglienza di ragazzi stranieri.
Un  mestiere controcorrente.
Non credo. Siamo dell’idea che la maggior parte di noi sia razzista, ma non è così. Loro sono la minoranza, solo che fanno più rumore. Adesso tocca a noi  farci sentire.
Il  film propone un rovesciamento dei ruoli.
Sì, la storia è questa: a Roma, durante una manifestazione contro l’apertura di un centro d’accoglienza, si scatena un’apocalisse zombie. Solo l’interno del centro sembra essere sicuro. Enrico, un ragazzo di estrema destra, si mette al riparo nel centro, che lui non voleva, mentre fuori i morti camminano sulla terra.
Come vi è venuta l’idea?
Eravamo in macchina, Emiliano Rubbi, che è lo sceneggiatore del film, e io. Ascoltavamo la notizia di un ragazzo nigeriano ucciso per difendere la moglie da un attacco razzista. Lui mi dice: «Bisognerebbe fare un horror movie con gli zombie su questo tema». È nato tutto da quell’intuizione. Gli zombie sono una metafora per qualcosa di diverso.
Poi il crowdfunding.
Abbiamo già i fondi per iniziare le riprese, ad agosto. Ma chiediamo un aiuto per incrementare gli effetti speciali e aggiungere giorni di set. Gli attori sono gli stessi ragazzi del centro di accoglienza, non professionisti, quindi.  Su produzionidalbasso.com abbiamo lanciato il crowdfunding e devo dire che in molti stanno rispondendo generosamente.  
Il mondo dello spettacolo vi ha aperto le porte.
A cominciare da ZeroCalcare che ci ha disegnato la bellissima copertina, dal Piotta, a Daniele Coccia e il Muro del canto… Un ragazzo del centro che lavora come cameriere ha raccontato che sempre più spesso avventori non vogliono farsi servire da lui. È assurdo che stiamo diventando un Paese così. La cultura deve fare questo: smuovere, fare rumore  contro gli egoismi e il razzismo.
STEFANIA DIVERTITO

23 Giugno 2017
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