economia
9:53 pm, 21 Giugno 17 calendario

Via dal sud e dall’Italia inseguendo il lavoro

Di: Redazione Metronews
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ROMA Le decisioni economiche cambiano il profilo dell’Italia.  
Fuga dall’Italia
Dal 2008 al 2016 più di 500 mila italiani si sono cancellati dall’anagrafe per trasferirsi all’estero., soprattutto in Germania, Regno Unito e Francia. A loro vanno aggiunti quasi 300 mila stranieri che in questi anni sono rimpatriati nel Paese di origine non trovando più opportunità in Italia. È la fotografia scattata dall’Osservatorio statistico dei consulenti del lavoro nel rapporto “Il lavoro dove c’è. Un’analisi degli spostamenti per motivi di lavoro negli anni della crisi”, nel quale vengono esaminati i cambi di residenza e i comportamenti degli italiani partendo dalla crisi occupazionale del 2008. Ma non c’è solo una fuga verso l’estero, c’è anche una migrazione interna al Paese: tra il 2008 e il 2015, più di 380 mila italiani si sono trasferiti da una regione del Sud nel Centro-Nord Italia, principalmente lavoratori qualificati che vedono nella fuga dal Mezzogiorno la via migliore per guadagnare di più. Le regioni che hanno ricevuto il numero maggiore di migranti interni sono la Lombardia (+102 mila), l’Emilia Romagna (+82 mila), il Lazio (+51 mila) e la Toscana (+54 mila). 
Contro le diseguaglianze
Intanto secondo i dati Istat grazie agli 80 euro del governo, al sostegno di inclusione attiva e alla quattordicesima per i pensionati si sono ridotte le disuguaglianze sociali. Una maggiore equità nella distribuzione dei redditi disponibili e un minore rischio di povertà sono i risultati conseguite nel 2016 dalle principali politiche ridistributive messe in campo dal governo nello scorso biennio. Non per tutti: giovani e coppie con figli però non hanno tratto giovamento da questi interventi pubblici. 
Migranti, Gentiloni incalza la Ue
«La crescita dell’Eurozona è migliore di quanto previsto ma questo è un motivo in più per mettere mano alle regole che sono state concepite nel momento più difficile della crisi economica e che se non vengono messe in discussione rischiano di avere un effetto soffocante e deprimente sulla crescita», ha affermato il premier Gentiloni in vista del Consiglio europeo. E sui migranti: «Se ci muoviamo ad organizzare i campi in quei Paesi da cui partono dobbiamo sapere se la Ue è con noi o se resta una iniziativa solo italiana. Sui migranti l’Europa si muove a una velocità ancora troppo inferiore al necessario».
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21 Giugno 2017
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