Cinema/Metro Manila
7:25 am, 16 Giugno 17 calendario

Sean Ellis: «I disperati di oggi»

Di: Redazione Metronews
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ROMA Quando bisogna fare qualunque cosa per sopravvivere. Quando per due giovani con bimbi al seguito che arrivano dalla campagna senza una lira si aprono gli inferni di una metropoli come Manila. Che poi somiglia a molte metropoli del mondo, almeno per l’umanità costretta ai margini. 
La storia di “Metro Manila” parte da qui e diventa un thriller teso e oscuro.Al prestigioso Sundance ha ricevuto il Premio del Pubblico e dal 21 giugno sarà in sala firmato da un Sean Ellis che è partito da molto lontano. Ha iniziato a scattare fotografie quando aveva 11 anni, si è trasferito a Londra ed è diventato uno dei fotografi di moda della new generation più ricercati alla fine degli anni Novanta. 
Da dove nasce l’idea di questo film su una giungla urbana? 
Ero a Manila da un amico e per caso mi son trovato davanti a una scena violenta: due dipendenti di una società di trasporti blindati, in assetto da combattimento, fucili M16, giubbotti antiproiettile e caschi Kevlar, che urlavano l’uno contro l’altro. Poi, uno di loro ha tirato un calcio al furgone ed  entrambi sono entrati. Tornato a Londra non riuscivo a smettere di pensarci.
Avrebbe potuto essere anche un’altra metropoli… 
Sì, ma Manila è una città molto violenta. All’arrivo vedi gli agenti  col mitra a guardia di ogni negozio. Non solo nelle banche ma addirittura da Starbucks. Anche la polizia municipale ha i fucili.
Tutto questo intrecciato a una storia vera… 
Sì, la storia di Reginald Chua che ha dirottato il volo di Philippine Airlines 812 solo con una pistola, dopo aver derubato i passeggeri. Poi si è lanciato col paracadute fatto con la seta dell’azienda fallita del padre. Era un uomo disperato e questo film parla dei tanti disperati di oggi.
SILVIA DI PAOLA
 

16 Giugno 2017
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