«Sono una donna che vive ai margini»
ROMA Quando la redenzione è impossibile. E l’amore anche. Quando la cornice è impregnata di oscurità anche se è giorno. Quando la famiglia è una prigione, il vero inferno da cui non scappi. Tra l’algida Anversa e i boschi fagocitanti delle Ardenne, il belga Robin Pront racconta tutto questo nel suo “Le Ardenne”, candidato all’Oscar per il miglior film straniero 2017 e dal 29 in sala, con la pluripremiata Veerle Baetens, indimenticabile protagonista di “Alabama Monroe” tra Kevin Janssens e Jeroen Perceval.
Signora Baetens chi sono i protagonisti del film?
Due fratelli che hanno un rapporto molto conflittuale. Io, tra loro due, sono una ragazza un po’ instabile che si trova al centro di un triangolo amoroso. È come se stessi galleggiando sopra i miei sentimenti. Per questo a volte sono molto felice e a volte molto malinconica.
Non è la prima donna ai margini della società che interpreta. Come si avvicina a questi personaggi?
Pensando, anche se non ho familiarità con questi ambienti, che per certe persone tutto è più difficile perché non vengono date loro le stesse possibilità che abbiamo noi. Mi sono chiesta perché Sylvie non sia mai stata influenzata dalle persone positive intorno a lei e perché sia continuamente ricaduta nel suo mondo fatto di alcool e di droga.
E lei ha mai fatto qualcosa di non proprio legale?
Non in termini di droga.Al massimo, da ragazzina, ho scambiato le etichette dei capi di H&M per comprarli a prezzi inferiori. Ma non sono mai andata oltre.
Vorrebbe lavorare fuori dall’Europa?
Per molti se non vai all’estero hai fallito, non hai il vero successo. Ma,al momento, rimanere in Europa è una mia scelta. Non sto cercando altro.
SILVIA DI PAOLA
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