legge elettorale
8:19 pm, 4 Giugno 17 calendario

Legge elettorale Regge l’accordo

Di: Redazione Metronews
condividi

ROMA Regge l’intesa a quattro sulla legge elettorale: Pd, M5S, Forza Italia e Lega hanno raggiunto un accordo anche su alcune modifiche sostanziali al testo, che prevedono l’eliminazione dei capilista bloccati (in ogni circoscrizione saranno eletti prima i vincitori dei collegi, poi quelli del listino proporzionale), e le pluricandidature (ogni candidato potrà essere presentato nella lista del proporzionale e in quella dell’uninominale dello stesso collegio). Diventa poi obbligatorio il rapporto 60-40% fra le candidature maschili e quelle femminili, che si aggiunge a quello già previsto nelle liste proporzionali. Ci sarà un solo voto da mettere sulla scheda che vale tanto per il collegio maggioritario che per quello proporzionale, in questo modo viene impedito il voto disgiunto.  Ridotto il numero dei collegi uninominali: si diminuisce da 303 a 225 il numero di deputati scelti dagli elettori e conseguentemente si aumentano a 381 gli eletti nelle liste bloccate (non ci saranno preferenze);  stessa operazione per il Senato passando da 150 a 112 collegi uninominali. Il ‘patto’ prevede inoltre che il numero delle circoscrizioni passi a 28 (attualmente sono 27) e che i listini proporzionali che i partiti presenteranno in ogni circoscrizione, siano composti da un minimo di due a un massimo di sei nomi. Semplificata la raccolta firme per la presentazione delle liste. 
Ieri in commissione Affari Costituzionali è iniziato il voto sugli emendamenti al testo. Alcuni temi sono stati accantonati, e su alcune cose si procede più lentamente del previsto e con momenti di aperta tensione, ma il capogruppo Pd Rosato ha garantito che in qualsiasi caso la legge approderà domani in Aula, e la loro intenzione è di approvarla in pochi giorni, «giovedì o al massimo venerdì». 
Tra le proposte di modifica respinte, spiccano gli emendamenti relativi a: soglia al 5% (Misuraca, Ap), preferenze (La Russa, Fdi), voto disgiunto (Marcon, Si) e premio di maggioranza (Ala). 
Alternativa popolare, Direzione Italia e Mdp criticano le decisioni dei quattro partiti più grandi, e si sottolinea come «del modello tedesco con le modifiche sia rimasto solo lo sbarramento». Critiche forti anche sulla definizione dei collegi elettorali. Soddisfatti invece i rappresentanti dei “4 grandi”.
METRO

4 Giugno 2017
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Il giornale
Più letto del mondo