«A Milano dilaga la corruzione»
GIUSTIZIA «Queste indagini hanno messo in evidenza un mercimonio di fatture false, inquietante e pericoloso. Oggi è come pescare in un mare dove è facile trovare persone disposte a fare queste operazioni. Questo mina l’economia e penalizza l’imprenditore onesto». È l’amaro sfogo pronunciato lunedì dal Procuratore Aggiunto Ilda Boccassini nella conferenza stampa sui 15 arresti effettuati dalla Dda. L’operazione avrebbe smantellato un’associazione per delinquere finalizzata a favorire gli interessi del clan mafioso dei Laudani.
Una rete che riuniva dalla società di vigilanza vincitrice dell’appalto per il Palazzo di Giustizia, alla catena dei supermercati Lidl, per finire con gli appalti nelle scuole comunali. Un malaffare favorito anche da funzionari di palazzo Marino, come la responsabile del Servizio gestione contratti trasversali (subito sospesa).
«È inquietante quanto oggi sia troppo facile arrivare a pubblici funzionari o a funzionari privati che si fanno corrompere – ha aggiunto Bocassini -. È mistificante ritenere che episodi di corruzione di poche centinaia di euro possano non essere considerati un disvalore. È invece l’aspetto più inquietante questo modo di gestire la cosa pubblica. A Milano la corruzione è un fenomeno dilagante».
Per i pm, cardine dell’associazione a delinquere erano “due soggetti già facenti capo alla pubblica amministrazione”, prestanome del boss Di Mauro, che sfruttavano dietro “pagamento, le proprie relazioni con esponenti del Comune di Milano, di sindaci e assessori, per ottenere commesse e appalti da proporre ai propri clienti”. Tra i loro contatti figurano il sindaco di Assago, Graziano Musella e l’ex assessore di Pisapia, Franco D’Alfonso, non indagato. METRO
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