Ok a prestito per Alitalia ma l’unica soluzione è vendere

ROMA C’è il prestito ponte per Alitalia, non ci saranno soldi pubblici né lo spezzatino ma neanche il fallimento, mentre potenziali acquirenti si sfilano. Non è quindi chiaro al momento quale sarà l’esito della vicenda della compagnia aerea che a breve sarà commissariata. «L’Europa ha già dato l’ok» al prestito-ponte di circa 400 milioni per Alitalia «a condizione che si faccia un lavoro di vendita» ha detto il ministro dello Sviluppo Economico, Calenda, che ha anche ribadito che è escluso che «siano messi altri soldi pubblici». Di fronte alla richiesta di commissariamento, ha spiegato, «si può dotare la compagnia di una finanza per sei mesi per trovare un acquirente oppure la si può far fallire domattina. Una scelta, questa, non praticabile» perché «si interromperebbe la connettività di un pezzo molto rilevante per il Paese».
Escluso ancora una volta un intervento dello Stato, a tratteggiare il percorso che Alitalia seguirà proprio a partire dalla prossima settimana è il ministro dell’Economia Padoan, in una giornata segnata dal “no” di Lufthansa, su cui sono puntati i riflettori quale possibile acquirente, e delle Fs spa, che rumors chiamano di nuovo in causa nell’operazione di salvataggio. Per Padoan, che dice di condividere la preoccupazione per il destino dei lavoratori, il punto fermo è che «il governo non è disponibile a partecipare a un eventuale aumento di capitale della società». Per il ministro dei Trasporti Delrio sono da evitare «lo spezzatino» della compagnia, la perdita dei posti di lavoro e dei voli. «L’importante è non svendere» ma mantenere il patrimonio di Alitalia intatto.
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