Scuola
7:49 pm, 29 Marzo 17 calendario

La scuola italiana non ha “classi” sociali

Di: Redazione Metronews
condividi

ROMA «Nella fascia di età della scuola dell’obbligo in Italia le differenze socio-economiche pesano di meno che in altri Paesi europei», ha affermato Francesca Borgonovi, ricercatrice dell’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (Ocse), che ha partecipato alla stesura di un focus che confronta le differenze di performance tra i quindicenni di una quarantina di Paesi dei cinque continenti e le stesse differenze tra i soggetti di 25-27 anni di età. Tra i risultati più rilevanti c’è che in Italia il gap tra famiglie ricche e povere incide di meno rispetto ad altri Paesi sulla formazione dei ragazzi di 15 anni. Infatti le differenze sociali sui banchi, guardando ai risultati degli alunni in diverse materie,  si annullano. I meno abbienti finiscono per aver voti uguali a chi arriva da famiglie laureate o benestanti. «Nella scuola dell’obbligo le differenze vengono tenute a bada – sottolinea Borgonovo – ma tra la stessa popolazione scolastica, 12 anni dopo, le differenze diventano più pronunciate e tendono a pesare di più. In questa fascia di età l’Italia si allinea con gli altri Paesi europei». L’Ocse invece certifica che soltanto i bravissimi riescono a trovare un lavoro indipendentemente dal contesto socio-economico al quale appartengono. Gli studenti che hanno meno capacità, invece, sono i più condizionati dallo status familiare. «Nella fase che segue la scuola dell’obbligo – sintetizza la ricercatrice Ocse – la capacità di inclusione del sistema tende a perdersi e il ruolo della famiglia di origine torna ad avere un peso più forte».
METRO

29 Marzo 2017
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Il giornale
Più letto del mondo