Per Giulio Cesare Riondino diventa Marco Antonio
TORINO In televisione lo abbiamo apprezzato e conosciuto come il giovane Montalbano. Da stasera a domenica, Michele Riondino, affiancato, tra gli altri, da Maria Grazia Mandruzzato, Stefano Scandaletti, Michele Maccagno e Silvia Costa, sarà protagonista sul palco del Carignano di “Giulio Cesare” di Shakespeare, nella traduzione di Sergio Perosa, adattamento e regia dello spagnolo Àlex Rigola.
Toccherà a Riondino declamare l’elogio funebre di Marco Antonio per Cesare, ruolo interpretato da una vibrante Mandruzzato eletta a simbolo delle donne al comando che replicano in economia e in politica la stessa algida determinazione del mondo maschile, in questa prima tragedia storica del celebre Bardo inglese che pone allo spettatore numerose domande.
Sarà facile interrogarsi se la violenza sia lecita e se esista davvero la democrazia, ma anche su come si riesca a convincere qualcuno a diventare assassino e su come si pianifichi una rivoluzione.
Questa tragedia del 1599 è un grande omaggio al potere e alle sue regole di autoconservazione, immutate in ogni tempo. Nella rivolta di Bruto e Cassio, nella risposta di Ottaviano e Marco Antonio, emergono le contraddizioni del comportamento individuale.
I congiurati, una volta portato a termine il loro piano, non sono in grado di prevederne le conseguenze. Non sanno che il loro sogno repubblicano svanirà sepolto da altra violenza.
Quello che preme al regista Rigola è mostrare che in “Giulio Cesare” non ci sono eroi perché tutto cambia velocemente (Info: teatrostabiletorino.it).
ANTONIO GARBISA
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