caso cia
8:12 pm, 8 Marzo 17 calendario

Ora l’Fbi apre la caccia alla talpa Wikileaks

Di: Redazione Metronews
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USA L’Fbi ha aperto la caccia alla talpa che ha fornito a Wikileaks migliaia di file della divisione cibernetica della Cia, da cui emerge l’uso di sofisticati sistemi di spionaggio in remoto attraverso i dispositivi digitali smart, come cellulari e tv. La fuga di notizie ha messo infatti in agitazione l’Amministrazione Usa e l’industria tecnologica, anche perchè i dati e i documenti – sulla cui autenticità sembrano non esservi dubbi – espongono i rischi di intercettazioni diffuse e la vulnerabilità dei principali sistemi di messaggistica. Così, con Wikileaks che ha già annunciato altre “ondate” di documenti scottanti, si prova a individuare chi sia stato a far uscire da Langley i file sull’arsenale informatico degli 007.
Hacker che ha lavorato per il governo
Come in altri casi precedenti la fonte di Wikileaks, stando alle indiscrezioni dei media Usa, sarebbe un hacker che lavora o ha lavorato per il governo americano. Ma c’è anche un’altra pista, secondo la quale le nuove rivelazioni di Wikileaks sarebbero l’ultimo capitolo della battaglia in corso tra i servizi americani e la Russia sulle interferenze che quest’ultima avrebbe avuto nelle elezioni americane. Intanto il governo tedesco fa sapere che prende sul serio i documenti diffusi da Wikileaks e in particolare la circostanza secondo la quale la Cia usava il consolato Usa a Francoforte come base per le operazioni di hacking. La procura federale tedesca ha fatto sapere che analizzerà «attentamente» i file e, se troverà indicazioni concrete di attività illegali, aprirà un’inchiesta.
Apple: vulnerabilità già risolte
«Molte delle vulnerabilità descritte nei documenti riservati della Cia diffusi da Wikileaks sono state già sistemate nell’ultimo aggiornamento di iOS». Così Apple ha commentato le possibili intrusioni negli iPhone da parte della Cia, che avrebbe sfruttato alcuni errori di programmazione. «Siamo costantemente al lavoro per risolvere le vulnerabilità – ha sottolineato la casa di Cupertino – e per la sicurezza consigliamo sempre di scaricare l’ultima versione del sistema operativo».
Garante Privacy: «Fare luce su spionaggio»
«Sul presunto sistema di hackeraggio attuato dalla Cia va fatta luce al più presto, verificando se sia stato attivo anche dopo la sottoscrizione del “Privacy Shield”, il nuovo accordo che fissa precise garanzie per i dati europei trasferiti negli Stati Uniti». Così il Garante italiano della Privacy, Antonello Soro. «Va chiarito se e in che misura siano stati violati diritti fondamentali dei cittadini – ha aggiunto Soro – benché grave, tuttavia, non si tratterebbe di una notizia del tutto imprevedibile. Sappiamo che le straordinarie potenzialità dell’Internet delle cose possono risolversi in potentissime armi rivolte contro di noi». Il Codacons ha presentato un esposto a 104 Procure di tutta Italia. «Si tratta di uno scenario allarmante che mina la privacy e la sicurezza degli utenti – spiega il presidente dell’associazione di consumatori, Carlo Rienzi – bisogna capire in quale misura lo spionaggio della Cia abbia coinvolto l’Italia».
METRO

8 Marzo 2017
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