economia
10:06 pm, 1 Marzo 17 calendario

Il Pil segna la crescita Cala la pressione fiscale

Di: Redazione Metronews
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ROMA «Tornare a crescere e aggiustare i conti: non è facile ma l’Istat conferma che stiamo ottenendo entrambi i risultati», scrive il Ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan, che in riferimento ai dati Istat osserva che «l’accuratezza delle stime e il rispetto degli impegni sulla riduzione del deficit danno credibilità all’Italia». E poi commenta: «Crescita ancora troppo lenta, come prima della crisi. Per creare occupazione e benessere, dobbiamo liberare energie realizzando riforme». 
Il riferimento è ai dati Istat che confermano che il Pil dell’Italia è cresciuto dello 0,9% nel 2016, più dello 0,8 previsto. Contemporaneamente la pressione fiscale complessiva (ammontare delle imposte dirette, indirette, in conto capitale e dei contributi sociali in rapporto al Pil) è risultata nel 2016 pari al 42,9%, in calo di 0,4 punti percentuali rispetto al 2015. Le entrate totali delle amministrazioni pubbliche sono aumentate dello 0,4% rispetto all’anno precedente. La riduzione riflette prevalentemente la riduzione dell’Irap e della Tasi. In crescita il debito pubblico che nel 2016 in rapporto al Pil si attesta al 132,6% contro il 132% del 2015. L’indebitamento netto delle Amministrazioni pubbliche è calato al 2,4%. 
«Ci sono molte buone notizie per gli italiani», ha commentato Padoan, «Significa che la crescita continua ad accelerare, che il deficit continua a scendere in modo ordinato, che il debito si stabilizza, che la pressione fiscale scende».
Incentivi al sud
Intanto l’Inps ha annunciato che partono gli incentivi per l’assunzione di giovani disoccupati al sud.
Voucher
Il governo va verso un drastico ridimensionamento nell’uso dei voucher e studia un ventaglio di opzioni. Al momento ci sono almeno tre ipotesi sul tavolo per i buoni lavoro che saranno limitati al lavoro occasionale. Primo, limitarne l’uso alle famiglie e alle imprese che non hanno dipendenti. Secondo, ridurre fortemente l’uso dei voucher ma allentare i vincoli del lavoro a chiamata, possibilmente estendendolo a tutte le fasce di età. Terza opzione, il ritorno alla Legge Biagi.
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1 Marzo 2017
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