Eutanasia
9:00 am, 28 Febbraio 17 calendario

Dj Fabo morto da esule dell’eutanasia

Di: Redazione Metronews
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SVIZZERA Dj Fabo è morto, come aveva deciso per mettere fine a un’esistenza fatta solo di pena e dolore. Ma è morto lontano, in una clinica in Svizzera. Nell’ultimo viaggio Fabiano Antoniani, 40 anni compiuti il 9 febbraio scorso, da tre anni cieco e tetraplegico a causa di un incidente, è stato accompagnato da Marco Cappato, dell’Associazione Luca Coscioni, che per questo gesto di umanità rischia in Italia 12 anni di carcere. È lo stesso Dj Fabo, nel suo addio su Twitter, a descrivere con parole secche e toccanti la situazione: «Sono finalmente arrivato in Svizzera, e ci sono arrivato purtroppo con le mie forze e non con l’aiuto dello Stato. Volevo ringraziare una persona che ha potuto sollevarmi da questo inferno di dolore, di dolore, di dolore. Questa persona si chiama Marco Cappato e la ringrazierò fino alla morte».
Una legge che arranca
Il suicidio assistito gli è stato amministrato in una clinica, dopo una visita medica e psicologica che è servita a confermare la sua volontà di morire. Si è spento alle 11.40, come ha comunicato Cappato, che ha sottolineato, sempre su Twitter: «Ha scelto di andarsene rispettando le regole di un Paese che non è il suo». In Italia, dove una legge sul fine vita non c’è e il testo arranca in Parlamento, la morte di Dj Fabo, come in altri casi prima del suo, ha riattivato le polemiche. Dal 2015 sono stati 225 gli italiani che si sono rivolti all’associazione “Luca Coscioni” per avere informazioni sull’iter per l’eutanasia (che costa 10 mila euro). Di questi, 117 hanno deciso di andare in Svizzera. Non tutti sono morti: alcuni, dopo i test che hanno dato il nulla osta dei medici, hanno scelto di rientrare in Italia e di pensarci ancora.
«I cuori induriti si ammorbidiscano»
«Spero che i cuori induriti della politica, ma anche dei laici, credenti o non credenti, si ammorbidiscano e capiscano che non possono continuare a infliggere ad altri quello che loro non vorrebbero, quello che dal loro punto di vista è più giusto». Questo il commento di Mina Welby, moglie di Piergiorgio Welby, malato di Sla, che dieci anni fa fece staccare le macchine che lo tenevano in vita. «Mi rattrista moltissimo sapere che un cittadino italiano sia dovuto andare all’estero per avere un accompagnamento finale – ha proseguito Mina Welby – bisogna dare la libertà di scelta a chiunque. Aiutare un malato a terminare la sua sofferenza e accompagnarlo in questa ultima scelta di vita è una cosa nobile». «Massimo rispetto per la coscienza personale di Dj Fabo», ha detto Beppe Englaro, papà di Eluana, la donna che visse per 17 anni in stato vegetativo fino al febbraio 2009.
Diritto costituzionale
«Eluana – ha ricordato – rivendicava un diritto fondamentale costituzionale. Noi, per trovare questa possibilità abbiamo dovuto attendere 15 anni e 9 mesi, fino alla sentenza della Cassazione del 2007 che ha stabilito che l’autodeterminazione terapeutica non può conoscere limite, anche se ne provoca la morte». L’associazione Coscioni ricorda i tre appelli di Dj Fabo al Parlamento «accolti con altrettanti silenzi e inspiegabili rinvii della discussione sul biotestamento in Aula. «Fabo è evaso dalla gabbia della sua lunga notte senza fine, ma per farlo è stato costretto all’esilio».
Intervento passivo e attivo
In Italia, seppure in un ginepraio di sentenze, è consentito l’intervento “passivo”, come l’interruzione volontaria delle cure, della respirazione, nutrizione e idratazione forzate (come nei casi Welby ed Englaro), L’eutanasia invece – con farmaco letale – è considerata un intervento “attivo”, senza il quale il paziente, seppure in condizioni drammatiche, sopravviverebbe. Questa in Italia è reato (omicidio del consenziente e istigazione o aiuto al suicidio). Grazie alla campagna “Eutanasia legale” promossa dall’associazione Coscioni, il 3 marzo 2016 una proposta di legge è stata incardinata nelle commissioni Giustizia e Affari sociali della Camera. Lì è rimasta. Al palo anche le norme sul “testamento biologico”.
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28 Febbraio 2017
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