Maurizio Guandalini
10:30 am, 23 Febbraio 17 calendario

L’uscita dalla secca è iniziata

Di: Redazione Metronews
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L’Unione europea è come Mr. Magoo, quel personaggio dei cartoni animati,  basso, calvo e molto miope che non vede oltre il proprio naso. Ha la tigna di quel 0,2% di bilancio sforato e ci ricorda che dobbiamo fare una manovra per rimetterci alla pari. Bazzecole che, mi auguro, l’Italia farà solo finta di ascoltare per poi aggiustarsi con una pacca sulle spalle, perché se proprio dovessimo dare retta agli alert della Commissione, quello che più ci sfianca è il surplus commerciale della Germania. I tedeschi esportano più di quanto importano. E lo fanno da 8 anni consecutivi violando regole europee che prevedono non si possa generare un saldo positivo superiore al 6% del Pil, nella media di tre anni.  Nella pratica vuol dire una domanda interna della Germania debolissima che fa capitombolare le importazioni dei partner dell’Eurozona. Altroché locomotiva del Vecchio Continente.
L’Italia è riuscita a uscire fuori da questa morsa limando sulle competitività di prezzo. Poi, scorrendo i dati Svimez, si scoprono luci nelle performance confortanti dell’agroalimentare del Sud aumentate del doppio (15%)  rispetto  al dato dell’Italia. Anche l’occupazione in agricoltura è cresciuta di un 13%.  Le nostre zavorre, debito a parte, sono più strutturali. Già per la paura del ritorno della lira gli italiani hanno investito all’estero 220 miliardi. Insomma ci mettiamo anche del nostro a far andar male la baracca.  
In questi giorni abbiamo vissuto i travagli dei tassisti. Bene. Anzi, male. La concorrenza dimenticata ha lasciato per strada – dati Ocse – un aumento, potenziale, di quasi il 3% del Pil nei prossimi quattro, cinque anni. Giorgio Armani ha detto che “se l’Italia cresce poco, e comunque meno di altri Paesi Ue, non è per le tasse che si pagano ma per quelle che non si pagano”. Il 2016 è stato il più ricco nel recupero di evasione fiscale. C’è ancora molto da fare. Tralascio ogni considerazione di merito sui numeri che, volenti o nolenti, danno ragione a quel Matteo Renzi indicato come sbruffone troppo ottimista. Il Pil sta riprendendosi e i dati ringalluzziti dell’inflazione ci fanno ben sperare che l’uscita dalle secche è iniziata.
MAURIZIO GUANDALINI
Economista e scrittore

23 Febbraio 2017
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