TERREMOTO
8:30 pm, 15 Febbraio 17 calendario

Danni del terremoto per 23,5 miliardi

Di: Redazione Metronews
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ROMA I danni dell’intera sequenza sismica che ha colpito l’Italia centrale dal 24 agosto scorso ad oggi ammontano a 23 miliardi e 530 milioni di euro, di cui 12,9 miliardi si riferiscono ai danni relativi agli edifici privati e 1,1 miliardi a quelli edifici pubblici. È quanto emerge dal fascicolo trasmesso a Bruxelles dal Dipartimento della Protezione civile per attivare il Fondo di Solidarietà che ha lo scopo di sostenere gli Stati membri dell’Ue colpiti da catastrofi naturali. La stima comprende sia i danni diretti che le ricadute economiche sul tessuto produttivo, sulle reti dei servizi, per la messa in sicurezza delle infrastrutture di prevenzione e per la protezione del patrimonio culturale, nonchè per il ripristino delle zone danneggiate.
Dubbi Ocse sulla ripresa
Intanto gli scenari per l’Italia sono con luci e ombre. L’economia «è in via di ripresa dopo una lunga e profonda recessione» ma la ripresa «è debole e la produttività continua a diminuire». È quanto afferma l’Ocse nell’Economic Survey sull’Italia che rivede leggermente al rialzo la stima di crescita del Pil allo 0,9% nel 2016 e all’1% nel 2017. Confermato per il 2018 un aumento del Pil dell’1%. «A migliorare la situazione economica hanno contribuito le riforme strutturali, le politiche monetarie e di bilancio accomodanti e i prezzi contenuti delle materie prime», sottolinea l’organizzazione di Parigi che promuove il Jobs act definendolo «parte di un ampio e ambizioso programma di riforme strutturali» che, insieme agli esoneri dai contributi sociali «hanno concorso a migliorare il mercato del lavoro e aumentare l’occupazione».
I nodi di banche e migranti
Nuove turbolenze sui mercati finanziari nell’area euro e le criticità del sistema bancario potrebbero innalzare lo spread e rendere necessaria una “stretta” di bilancio in Italia, avverte l’Ocse. Anche «la crisi dei migranti potrebbe nuovamente inasprirsi pesando sulle finanze pubbliche e aggravando le difficoltà di gestione». Infine «l’aumento dei prezzi del petrolio e dell’energia potrebbe far calare il potere di acquisto delle famiglie».
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15 Febbraio 2017
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