Tecnologia
9:00 am, 14 Febbraio 17 calendario

L’Europarlamento mette in riga i robot

Di: Redazione Metronews
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ROMA La fantascienza sta per diventare realtà. Anzi, lo è già diventata. Bisogna prenderne atto. E governare il cambiamento, che non è solo tecnologico ma sociale. È il punto di partenza del ragionamento dei parlamentari europei che da un paio d’anni hanno costituito un gruppo di lavoro sulla robotica che è arrivato a una legge per molti versi rivoluzionaria che sarà votata giovedì. Droni che consegnano pacchi, auto che si guidano da sole, macchine con intelligenze artificiali nei procedimenti produttivi. Chi risponde in caso di danni? Come proteggere le migliaia di lavoratori sostituiti dai robot?
Crescita inarrestabile
Attualmente ci sono circa 150 progetti in corso in Europa, oltre 700 tra aziende e istituzioni stanno lavorando allo sviluppo di quella che è definita Industria 4.0; nel Settimo programma quadro di ricerca e sviluppo sono stati stanziati fondi per 500 milioni di euro. Nel 2014 la crescita media delle vendite di robot è passata dal 17% al 29% in un anno e, negli ultimi dieci anni, le richieste di brevetto nel settore si sono triplicate. In 5 anni il fattore moltiplicativo degli investimenti passerà dai 20 miliardi di dollari nel 2015 ai 132 nel 2020. Si coprono progetti in tutti i settori applicativi, anche a casa nostra: la Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa ha inventato un robot portinaio, che sorveglia chi entra e chi esce, smistando la posta. È uno spin-off di Era, l’assistente domestico per gli anziani in grado di parlare e di obbedire ai comandi vocali, che riesce ad afferrare e porgere oggetti e ad essere un sostegno per la deambulazione.
Pronti a disattivarli
Just Eat sta sperimentando robottini per le consegne dei cibi a domicilio. Amazon ha già iniziato a consegnare pacchi con i droni; all’aeroporto di Amsterdam funziona Spencer, un robottino assistente. Nella Silicon Valley già sono in azione robot poliziotti. Che tra l’altro inquinano meno delle pattuglie in auto. «Ci siamo chiesti – spiega la deputata socialista Mady Delvaux, prima firmataria della proposta di legge – cosa succede se un’auto automatica causa un incidente? Poi bisogna gestire l’enorme bagaglio di dati che queste macchine raccolgono. Cosa succede se finiscono nelle mani sbagliate? I robot potranno imparare da soli, comunicare fra loro e scambiarsi informazioni senza che gli esseri umani se ne accorgano: mettendo a rischio la privacy. Implementeremo i “kill switch”, meccanismi che disattivano i robot se qualcosa dovesse andare male. L’Europa ha poi il dovere di introdurre un reddito di base per quei lavoratori che inevitabilmente saranno espulsi dal mercato. È la prima volta che un’istituzione si interroga su queste implicazioni e decide di agire per tempo».
Questioni di responsabilità
Insomma, di chi sarà la responsabilità? «Secondo noi spetta all’impresa costruttrice pagare i danni – risponde Delvaux – deve essere chiaro a tutti». Le agenzie assicurative staranno festeggiando: «È un mercato nuovo che si apre. Ma non inaspettatamente. Già da anni le più grandi holding stanno lavorando a nuovi prodotti. Il Testo fa riferimento alle auto senza conducente, già oggi in commercio, alle quali verrebbe chiesto di aderire ad un fondo per risarcire le vittime di incidenti». I robot avranno uno status giuridico ad hoc, quello di “personalità elettronica”. Sono cioè macchine con un grado di autonomia tale da adattarsi all’ambiente in cui si trovano e di apprendere nuove conoscenze. Asimov, sta bussando a casa nostra.
STEFANIA DIVERTITO

14 Febbraio 2017
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