Roma
10:54 pm, 13 Febbraio 17 calendario

Mafia Capitale, i favori per salvare la Coop amica

Di: Redazione Metronews
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ROMA Fondi per l’emergenza abitativa, in cambio di un aiuto per evitare il fallimento della coop amica. Protagonista dell’udienza del processo Mafia Capitale, è stato ieri l’ex direttore del Dipartimento Politiche sociali regionale Guido Magrini, imputato per corruzione, che per tutto il corso del suo esame ha cercato di difendersi dall’accusa di aver favorito le coop di Salvatore Buzzi: «Non avevo nessun ruolo nello stanziamento di quei fondi (circa 16 milioni di euro di cui 7 destinati al comune di Roma ndr). Erano già stati messi a bilancio dalla Polverini», ha dichiarato. Ma la sua versione non ha convinto pienamente il pm Luca Tescaroli, che in più di una occasione ha incalzato il “Padreterno”, come Magrini era stato ribattezzato alla Pisana per via della sua grande esperienza amministrativa. «Sono stato direttore del bilancio con 5 giunte differenti, di diverso colore politico, Da Badaloni, a Storace, a Marrazzo, alla Polverini fino a Nicola Zingaretti», ha spiegato.
Guido Magrini era il funzionario esperto di cui tutti si fidavano. Eppure per la procura, nel 2013 avrebbe adottato «una determinazione in cui venivano assegnati a Roma Capitale oltre 7 milioni per realizzare interventi per il contrasto del disagio abitativo, in violazione dei doveri d’imparzialità della pubblica amministrazione», come emergerebbe anche da alcune intercettazioni agli atti, su cui il funzionario regionale ha fornito in aula solo parziali spiegazioni. In una in particolare, ritenuta significativa dall’accusa, l’ex assessore capitolino alla casa Daniele Ozzimo, condannato in un altro filone dell’inchiesta, veniva messo al corrente in anticipo dei provvedimenti regionali: «Se va bene procedo così?», gli chiedeva Magrini. In un’altra invece, Magrini si confrontava con Buzzi sull’erogazione delle risorse: «Stiamo provando a utilizzare mo’, al volo, un po’ di soldi che abbiamo sull’emergenza abitativa», raccontava Magrini all’ex ras della 29 Giugno, per poi chiedergli “una cortesia”: quella di interessarsi alla situazione della Coop Deposito Locomotive San Lorenzo, che doveva vendere 14 alloggi a Case Rosse per evitare il fallimento. «Vedi un po’ te», diceva Magrini a Buzzi.
Il rapporto fra i due non sarebbe stato confidenziale. «Non c’era amicizia fra me e Buzzi, mi venne presentato nel 1995 da Angiolo Marroni, quando io ero direttore del Bilancio e lui assessore regionale». Eppure l’ex presidente della 29 Giugno, per tenere fede a quella richiesta, intraprese un investimento milionario, di cui era stato informato anche l’attuale ministro del lavoro Giuliano Poletti, all’epoca presidente Legacoop. «La Deposito Locomotive era una coop storica e io ero amico del presidente Santino dei Giudici – ha detto Magrini – Lo avevo visto pochi giorni prima ed era preoccupato. E mentre ero al telefono con Buzzi mi è venuto in mente il suo volto, per questo dissi queste cose a Buzzi. Non lo avrei dovuto fare, ma questa richiesta non era legata ai fondi per l’emergenza abitativa – ha provato a precisare Magrini – Si è trattato di una coincidenza». Non è stata l’unica emersa nel corso del suo esame, in cui Magrini, ha ammesso di essere stato in passato lui stesso consigliere di quella coop immobiliare, che non doveva fallire per nessuna ragione al mondo.
MARCO CARTA

13 Febbraio 2017
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