Legittimo criticare via email l’azienda
LAVORO Criticare il capo con la mail aziendale è legittimo. Licenziare per questo il lavoratore, invece, no. A dirlo ieri la Cassazione, che ha dichiarato illegittimo il licenziamento di chi, con una mail inviata a colleghi dalla casella di posta aziendale, aveva critica pesantemente il datore di lavoro per ragioni legate a vertenze sindacali. Per i giudici si tratta di esercizio di “diritto di critica e di libertà sindacale”, di cui sono “titolari tutti i lavoratori indistintamente, anche a prescindere da una specifica carica rappresentativa sindacale”. La Cassazione ha così confermato le conclusioni della Corte d’appello di Torino che aveva annullato il licenziamento di un dipendente di Mirafiori e ha respinto il ricorso presentato dalla Fiat. L’uomo era stato licenziato per aver inviato a “44 lavoratori, utilizzando l’indirizzo di posta elettronica dell’azienda, una mail contenente frasi offensive nei confronti del vertice aziendale Fiat” quali “i ricatti posti in essere da Fiat nei confronti dei lavoratori di Pomigliano”.
Esercizio di un diritto
I giudici torinesi avevano rilevato che, nonostante il dipendente non fosse un rappresentante sindacale e, dunque, non poteva godere di alcuna posizione privilegiata, “l’invio della mail oggetto di contestazione costituiva comunque esercizio legittimo di un diritto di critica” tutelato dallo Statuto dei lavoratori. Lecito, secondo i giudici d’appello, era stato anche l’uso della posta elettronica “trattandosi di una questione di carattere sindacale con finalità divulgative e relative a vertenze sindacali, non a questioni di carattere personale”. metro
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