Safer Internet Day
7:00 pm, 6 Febbraio 17 calendario

Internet? Ai ragazzi serve più consapevolezza

Di: Redazione Metronews
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ROMA. Un caso al giorno di bullismo e cyberbullismo nelle scuole italiane. Lo rivela il Telefono Azzurro in occasione della prima giornata nazionale contro cyberbullismo di oggi, in concomitanza con il Safer Internet day. Per 8 ragazzi su 10 – rivela  una ricerca della  Sapienza  di Roma  in collaborazione con Moige e Polizia di Stato  – non è grave insultare, ridicolizzare o rivolgere frasi aggressive sui social si può. Sono 7 su 10 quelli che non giudicano grave pubblicare immagini non autorizzate che ritraggono la vittima. Insomma, su Internet, giovani ma anche adulti, trascorrono ore ma con scarsa consapevolezza. «Molti genitori non conoscono i possibili i comportamenti dei figli online e i relativi rischi: il 67% non sa cosa sia il sexting», spiega Ernesto Caffo, Presidente di Telefono Azzurro.
Vivono una vita sempre più social, hanno una media di 5 profili a testa, sui quali trascorrono fino a 5 ore al giorno, eppure non ne conoscono i limiti legali e soprattutto non si rendono conto delle conseguenze di quello che postano. Possiamo dire che i millennials siano degli analfabeti digitali? «Il problema della consapevolezza è cruciale», spiega Nunzia Ciardi, direttore del Servizio Polizia Postale delle Comunicazioni. 
Cosa fa la Polizia postale per contrastare il fenomeno?
Educazione. Partiamo da questo: bisogna educare. Attraverso il progetto “Una vita da social”, che oggi riparte con la sua quarta edizione, abbiamo incontrato un milione di studenti e migliaia di genitori e insegnanti in tutta Italia. 
Cosa dicono i vostri poliziotti ai ragazzi?
Che Internet deve essere vissuto come un’opportunità e non come un pericolo. 
Però di fatto Internet è un luogo poco sicuro…
I ragazzi, pur essendo dei grandissimi esperti di tecnologia, hanno una scarsa consapevolezza delle conseguenze di quello che fanno in Rete. I nostri esperti nelle scuole cercano di spiegare proprio questo: quella casa in cui trascorrono ore al giorno non è così protetta come credono. Da soli davanti allo schermo, è facile credere che si possa fare tutto. In realtà le mura di quella casa sono trasparenti e quello che si scrive sul web è alla mercè di tutti. 
Il bullismo è sempre esistito…
Con una differenza rilevante. Oggi la frase aggressiva o l’offesa  attraverso la rete e sui social non è più cancellabile. Internet è un’arma micidiale, perché in brevissiomo tempo sono in milioni i potenziali lettori.
Il cyberbullismo è un reato?
Non esiste ancora una fattispecie unica, è in corso però un progetto di legge in discussione in parlamento. Sotto questo nome si possono  configurano però reati come stalking, ingiuria, diffamazione, molestie…
 
Quanti i casi denunciati?
Per ogni denuncia c’è ancora molto sommerso. Abbiamo notato però che quando i nostri poliziotti entrano nelle classi a parlare dei rischi e dei comportamenti da evitare quando si naviga, i ragazzi trovano il coraggio di  raccontare e denunciare. Se non lo fanno a  casa è perché temono che i genitori possano proibirgli Internet.
Prima di arrivare alla denuncia cosa c’è?
L’educazione. Il dialogo non punitivo. La vittima va accolta. Il lavoro che si deve fare è insegnare ai ragazzi che con le parole si può fare malissimo. Abbiamo esperienze drammatiche a testimoniarlo.
SERENA BOURNENS

6 Febbraio 2017
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