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8:08 am, 3 Febbraio 17 calendario

La battaglia del miele “Siamo invasi dall’adulterato”

Di: Redazione Metronews
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CHIETI È stato possibile per il latte, può e deve esserlo per il miele: un’etichetta tracciabile e onesta anche a livello europeo – in Italia è già obbligatoria – che attesti con chiarezza il paese di origine. Solo così si potrà mettere il consumatore nelle condizioni di scegliere tra un miele italiano, di qualità elevata, e mieli esteri, spesso adulterati o comunque ottenuti da agricolture con standard imparagonabili con il nostro. Perché ancora oggi il 50% del fabbisogno italiano è coperto da mieli cinesi o argentini o dell’est Europa, dove sono ancora legali pesticidi e sostanze nocive bandite da decenni in Italia. Il governo italiano è pronto a combattere la sua battaglia in Europa? La domanda si è levata con forza da Vasto (Chieti) dove, fino a domenica , è in svolgimento il trentatreesimo congresso Aapi, l’Associazione Apicoltori Professionisti Italiani, con la partecipazione di circa cinquecento apicoltori da tutta Italia e anche dall’estero. Tra i promotori dell’evento anche il ministero delle Politiche Agricole (Mipaaf).
Un mercato che vale 170 milioni
 Per il Mipaaf 150-170 milioni di euro è il valore stimato dei prodotti dell’apicoltura italiana. La produzione italiana di miele quest’anno però ha avuto la più pesante flessione degli ultimi trent’anni, andando ad accrescere un fabbisogno che per il 50% è coperto da mieli esteri, in prevalenza cinesi. 
L’etichetta di origine sulla spesa degli italiani
L’ultima battaglia vinta in sede Ue dai produttori italiani è stato, nel giugno scorso, l’obbligo dell’etichettatura di origine per il latte e i suoi derivati.
Nonostante ciò, spiega la Coldiretti, l’etichetta resta anonima per circa 1/3 della spesa.  Il prossimo passo è l’entrata in vigore dell’obbligo di indicare l’origine del grano nella pasta.
I cibi che hanno ottenuto finora l’obbligo di etichettatura di origine sono: carne di pollo e derivati;  carne bovina, frutta e verdura fresche,  uova, miele,  passata di pomodoro, latte/Formaggi,  pesce,  extravergine di oliva.
I cibi senza etichettatura sono: salumi, carne di coniglio, carne trasformata, frutta e verdura trasformata, derivati dal pomodoro diversi da passata, concentrati di pomodoro e sughi pronti. derivati da cereali (pane, pasta) e riso.
Gli apicoltori:«Il consumatore deve poter scegliere»
«Per vendere miele in Italia, le nostre aziende devono indicare i  Paesi stranieri da cui deriva  la miscela di miele, mentre per le aziende straniere che vendono il loro prodotto da noi, non vale lo stesso obbligo»: riassume così il paradosso commerciale del miele Francesco Panella, presidente Unaapi. «Chiediamo al governo – continua -che si faccia portavoce in sede Ue degli interessi e della qualità del prodotto italiano. Negli ultimi 2 anni siamo stati invasi da miele cinese, che però è adulterato con procedimenti molto sofisticati e che viene venduto a prezzi bassissimi. Dobbiamo mettere il consumatore nelle condizioni di scegliere , per salvaguardare un prodotto straordinario come il miele».
VALERIA BOBBI

3 Febbraio 2017
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