Cinema/Jackie
5:43 pm, 30 Gennaio 17 calendario

Restituisco la verità a Jackie Kennedy

Di: Redazione Metronews
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ROMA Era forte ma anche fragile, cinica ma anche sensibilissima, vanitosa ma consapevole dell’inutilità di (quasi) tutto. Elegante sempre, ingenua mai, a differenza di ciò che voleva far credere davanti alle telecamere. Di certo era una donna carica di contraddizioni e, senza ombra di dubbio, una donna di potere.
Così tratteggia Jacqueline Kennedy il cileno Pablo Larrain nel suo “Jackie”  che punta i riflettori sul giorno dell’assassinio  di John Kennedy, il 23 novembre del ’63 a Dallas, e in quelli immediatamente successivi, premiato per la miglior sceneggiatura alla Mostra di Venezia, dal 23 febbraio nei cinema e candidato a tre premi Oscar, incluso quello per la miglior interpretazione a Natalie Portman che confessa: «Non avevo paura, ero terrorizzata dall’idea di incarnare un personaggio del genere e ho accettato solo quando ho capito che non si sarebbe trattato di un biopic classico».
Di che cosa si tratta? 
Del restituire verità a una persona come Jackie Kennedy cui molte serie tv o film non hanno reso giustizia, nel ridare di lei un ritratto sfaccettato e non scontato, a metà tra il pubblico e il privato.
Ma tutti sanno come parlava, camminava, vestiva Jackie. L’ha impaurita tutto questo? 
Direi che di certo è stato il ruolo più rischioso della mia carriera ma più che imitare, cosa che non credo di saper fare, ho cercato di essere credibile, studiandola molto.
E che cosa ha scoperto? 
Che era una donna piena di contrasti, diversa a seconda del contesto in cui si trovava. L’ho interpretata mettendoci anche un po’ di me stessa e parlando della donna che diede un nuovo peso all’essere  first lady, dando per la prima volta carattere a un ruolo sino ad allora solo di spalla e di appoggio al Presidente.
SILVIA DI PAOLA 
 

30 Gennaio 2017
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