Onu e Obama all’attacco di Trump
USA A dispetto delle dure critiche, i ricorsi legali e le proteste, il presidente Donald Trump difende ad oltranza la sua scelta di sospendere i visti ai rifugiati provenienti da Siria, Iran, Iraq, Yemen, Somalia, Sudan ed imporre restrizioni sui viaggi di tutti i cittadini con passaporti di queste nazioni. “In realtà ieri è stato un buon giorno in termini di sicurezza nazionale… speravamo di poter agire e abbiamo deciso di fare una mossa”, ha affermato Trump. Il presidente ha bollato come “lacrime finte” quelle del senatore democratico Chuck Schumer, leader di minoranza al Senato, che ha pianto criticando il bando reclamando il voto su un provvedimento per cancellare l’ordine esecutivo di Trump questa sera.
Sul tema l’ex presidente Barack Obama è tornato a far sentire la sua voce. In un comunicato rimbalzato sui media Usa, Obama si dice “rincuorato” dalla risposta del Paese. “I cittadini che esercitano il loro diritto costituzionale di riunirsi in assemblee e di far sentire la loro voce tramite i funzionari eletti, è proprio quello che ci si aspetta quando i valori americani sono a rischio”, si legge nella nota. Le gente è scesa in piazza in tutto il Paese per protestate contro la decisione del presidente Trump.
«La discriminazione sulla base della nazionalità – ha tuonato in un tweet l’Alto commissario dell’Onu per i diritti umani, Zeid bin Raad Zeid al-Hussein – è vietata dalle leggi sui diritti dell’uomo. Il bando americano è una cosa meschina». Mentre negli Stati Uniti continuano le proteste, i leader europei, compresa l’inglese May, ribadiscono la loro condanna e la Lega Araba chiede di revocare l’ordine. Contro le decisioni diTrump scende incampo anche la giustizia Usa: apertinumerosiprovvedimenti contro gli ordini esecutivi emanatidal presidente.
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