Pendolari, Fs insiste “aumenti confermati”

Roma – Nessuna buona notizia per i pendolari dell’alta velocità. Non nell’immediato, almeno. Gli aumenti decisi da Ferrovie dello Stato non saranno congelati. Lo ha confermato l’ad di Fs in audizione al Senato ieri. Lanciando però una proposta: che le tratte Av usate dai pendolari possano rientrare nei contratti di servizio universali uscendo quindi dal mercato. In una parola: quelle corse – se interessano i pendolari – siano sulle spalle dello Stato e delle Regioni. Altrimenti paghino i clienti. Nessuno sconto ammesso. 
L’amministratore delle Ferrovie, rilanciando la palla nel campo del governo, immagina di costruire una “metropolitana d’Italia”, da sottrarre al regime di mercato e sottoporre invece a contratto di servizio: «Gli abbonamenti sono rimasti fermi dal 2011 su quasi tutte le località perché i numeri inizialmente erano marginali, ora il problema è esploso: se un treno è pieno quasi al 100% di pendolari la situazione è da affrontare – dice Mazzoncini – Nel momento in cui un treno mattutino è pieno di abbonati al 92% con abbonamenti che sono scontati dell’80%, è evidente che quel treno è in perdita: se noi andiamo avanti su questa strada portiamo l’acqua in salita: magari non sarò io, ma qualcuno prima quel treno lo chiuderà. La cosa da fare è inserire Milano-Torino, Milano-Bologna, Bologna-Firenze e Roma-Napoli in un contratto di servizio».
Perché certo, spiega l’ad, «una strada potrebbe essere, sulle tratte brevi, di velocizzare i regionali, ma per tratti più lunghi si potrebbe pensare a servizi in contratto di servizio anche per l’Alta Velocità». Le regioni, per adesso, restano a guardare. Tranne il Piemonte dove è stato deciso di far partire tra una settimana due coppie di treni fast, veloci, come alternativa ai Frecciarossa, e un’altra coppia partirà ad aprile. 
Adesso tocca agli altri enti locali fare la loro parte. 
STEFANIA DIVERTITO