Diga di Campotosto “Tenere alta l’attenzione”
Roma – «Non sono state evidenziate criticità nelle dighe nelle zone sismiche»: è quanto emerso dall’incontro organizzato ieri pomeriggio al ministero dei Trasporti dal ministro Graziano Delrio con i vertici della Protezione civile e Regioni e gestori delle Grandi dighe localizzate nelle zone sismiche. A dare rassicurazioni a tutti è stata l’Enel, ente gestore della diga più problematica, quella di Campotosto che, secondo quanto denunciato dalla Commissione Grandi Rischi, si troverebbe proprio sulla faglia sismica che si è riattivata. Un bacino idrico che è il secondo più grande d’Europa.
L’Enel, come ieri ha anticipato Metro, ha controllato l’invaso e la struttura e ha deciso in via precauzionale di svuotare il bacino fino a ridurlo al 40% della sua capienza. E l’ingegnere esperto di costruzioni idrauliche Francesco Napolitano, ha spiegato che tutte le 450 dighe d’Italia sono progettate per resistere a una scossa del settimo grado.
Il monitoraggio, comunque, ha assicurato Delrio, continuerà.
Tutto tranquillo, insomma?
Non proprio. A sottolinearlo sono i geologi e gli ingegneri che ieri avevano lanciato l’allarme perché – a detta loro – anche lo stesso svuotamento del bacino potrebbe avere delle conseguenze sulla faglia. Potrebbero esserci delle fagliazioni superficiali che potrebbero interessare il corpo della diga.
Metro ha incontrato la geologa Tania Campea, guida ambientale abruzzese dell’Aigae, che ha spiegato: «Nessuno oggi, in questa emergenza, potrà dire di stare tranquilli». Ed ha precisato: «La diga non si trova proprio sulla faglia, ma a circa 500 metri di distanza».
Questo per i non addetti ai lavori cosa significa?
Non è una distanza tale da stare tranquilli. Con gli ultimi studi sulla microzonazione sismica, però, è una distanza che va sottolineata. Perché le aree intorno alle linee di faglia si comportano differentemente a seconda della distanza.
Alcuni ingegneri hanno rilevato che anche lo svuotamento del bacino idrico potrebbe comportare danni alla diga.
Ma in realtà un’interferenza così significativa è remota. Poi l’Enel ha specificato che la tempistica adottata è graduale e tale da on far cedere per i terreni in precedenza occupati dall’acqua.
Quella diga è progettata per resistere a una magnitudo di sette gradi. Questo vale anche se si trova proprio in prossimità della faglia?
Lì ci si aspetta una scossa da 6,6 o 6,7. La diga è progettata per sette gradi, quindi la situazione è sicuramente sotto controllo ma deve essere continuamente monitorata.
STEFANIA DIVERTITO
© RIPRODUZIONE RISERVATA