Berenice Bejo: Dopo l’amore, resta il denaro
ROMA Più che l’amore, il denaro. Perché è col denaro che si fanno i conti quando una storia finisce. O, almeno, è questo che racconta il film di Jochim LaFosse il cui titolo originale suona “L’economie du cople” ma che in Italia uscirà il 19 gennaio come “Dopo l’amore”. Appunto. Ciò che resta quando l’amore svanisce e il fattore economico comincia a dettare le sue condizioni sull’andarsene o sul restare, sul tenere i figli o no.
«L’idea è nata dall’incontro con Mazarine Pingeot, figlia segreta di Mitterrand, cresciuta in una situazione di agiatezza. Ci siamo decisi a parlare di qualcosa che ci toccasse entrambi. E siccome abbiamo 40 anni e ci stavamo separando tutti e due, è venuta fuori questa storia», spiega il regista che per il film ha voluto Berenice Bejo, con la sua espressività enigmatica.
Chi è la donna che interpreta?
Sono la parte economicamente forte della coppia e ciò non è ben visto neppure in una società che si sente evoluta. Il fatto che una donna guadagni più del suo uomo può avere effetti devastanti nella coppia a meno che non ci siano delle compensazioni.
E quando non ci sono come in questa storia?
Resta lo scontro. La protagonista non riceve più nulla in cambio dal suo uomo, né soldi, né sicurezza, né virilità e dunque non può più amarlo.
Che strumenti si possono usare con un uomo che non vuole andar via?
Molti. La protagonista usa i suoi strumenti che hanno a che fare con la differenza sociale tra i due, anche se io ho cercato di non affrontare il film solo da questa angolazione.
Come è questa donna con le sue figlie?
Come quasi tutte le donne, me compresa.Non siamo capaci di lasciare spazio al padre, siamo in una modalità di controllo permanente.
SILVIA DI PAOLA
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