Mafia Capitale, la procura smentisce Belviso
ROMA Chiamata a testimoniare nel processo Mafia Capitale, l’ex assessore alle politiche sociali Sveva Belviso aveva spiegato di aver allontanato dal suo assessorato l’ex estremista di destra Maurizio Lattarulo, subito dopo aver scoperto il suo passato nella Banda della Magliana.
Tuttavia, per la procura, che ieri ha depositato nuovi documenti, la sua testimonianza presenterebbe più di qualche “crepa”. Perché secondo gli inquirenti, Lattarulo, alias “Provolino”, considerato vicino a Massimo Carminati, avrebbe continuato a percepire compensi sino all’7 agosto 2013, ossia dopo l’insediamento del sindaco Ignazio Marino e non fino al 2010 come invece aveva sostenuto Sveva Belviso il 12 luglio 2016 nel corso della sua deposizione nell’aula bunker di Rebibbia.
“Sapevo che era stato condannato per associazione a delinquere – aveva detto l’ex assessora – ma non sapevo che quell’associazione era la Banda della Magliana. A dirmelo fu Alemanno nel 2010 e quando lo venni a sapere gli tolsi l’incarico, anche se aveva lavorato egregiamente”. Dai riscontri effettuati sulla banca dati Inps, infatti, Lattarulo risulta essere stato alle dipendenze del comune di Roma ben oltre la data indicata dall’assessore. Dopo aver lavorato in maniera continuativa dal 7 agosto 2008 al 30 aprile 2010, “Provolino” venne riassunto il primo gennaio 2011, vedendo interrompere la sua collaborazione con il comune di Roma solo il 7 agosto 2013, dopo l’arrivo di Ignazio Marino in Campidoglio.
Non è questa, però, l’unica difformità riscontrata dal pm Luca Tescaroli. Nel corso della sua deposizione, la Belviso aveva anche spiegato come la decisione di nominare Lattarulo consulente per il rapporto con i detenuti ed ex detenuti fosse nata dopo un’indagine fra ex detenuti. “Volevo avere in staff una persona riabilitata che potesse essere da modello”, aveva aggiunto la Belviso. Tuttavia secondo la procura, per Lattarulo, condannato con sentenza definitiva il 6 ottobre del 2000, la riabilitazione sarebbe arrivata solo l’11 febbraio del 2011, ossia quasi tre anni dopo aver ottenuto l’incarico dal Campidoglio.
MARCO CARTA
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