Londra taglia i ponti Brexit dura per May
REGNO UNITO «Non vogliamo perseguire un’adesione parziale all’Unione Europa, né forme di associazione: insomma nulla che ci lasci metà dentro e metà fuori». Il primo ministro inglese, Theresa May, ora gioca tutto il peso della “hard Brexit” – una rottura «chiara e nitida» – ribadendo che il Regno Unito uscirà dal mercato unico (aspirando a diventare una sorta di paradiso fiscale). Londra vuole un accordo commerciale «coraggioso e ambizioso» con la Ue, che però non si tradurrà nella adesione al mercato unico, ha detto la premier britannica, perché questo vorrebbe dire continuare ad accettare la giurisdizione della Corte di Giustizia europea.
Parlamento al varco
«Non vogliamo essere membri del mercato unico, ma vogliamo il più ampio accesso possibile ad esso», ha proseguito la May, escludendo anche la piena unione doganale con la Ue che «impedirebbe al Regno Unito di siglare accordi commerciali con altri Paesi». May, che dovrebbe attivare la procedura di divorzio dall’Unione (preludio a due anni di negoziati) prima della fine di marzo, ha precisato che l’accordo finale sarà sottoposto al voto del Parlamento britannico, passaggio abbastanza inatteso perchè teoricamente il Parlamento potrebbe bocciare l’accordo, anche se May ha ricordato che «il Parlamento ha votato per indire il referendum, ha votato per iniziare il negoziato sulla Brexit» e quindi si è detta «certa che voterà anche per realizzare la volontà popolare di uscire dalla Ue».
“Non siamo contro l’Europa”
Con lo sguardo rivolto agli Stati Uniti – e al presidente eletto Trump, che scommette sullo sfaldamento del Vecchio Contintente – la May ha precisato che la Gran Bretagna «vuole il successo dell’Unione europea e non il suo disfacimento». Il voto dei britannici per abbandonare l’Unione «non costituisce un rifiuto di valori che condividiamo» nè «è stato un tentativo di nuocere all’Unione».
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