MAFIA CAPITALE
10:36 pm, 5 Dicembre 16 calendario

Carminati smentito in aula dal video

Di: Redazione Metronews
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ROMA Le minacce di morte e le intimidazioni per un debito non saldato. Ancora una volta la vicenda dell’imprenditore Bruno Caccia è stata al centro dell’udienza del processo Mafia Capitale. Su richiesta della procura, infatti, è stato proiettato il video, risalente al giugno 2013, dell’incontro fra l’imprenditore, che aveva contratto un debito di 25 mila euro con Roberto Lacopo, non saldando diverse fatture di gasolio, e i membri del sodalizio, presso la pompa di benzina dello stesso Lacopo. Massimo Carminati, intervenuto dal carcere di Parma, ha assicurato per la seconda volta: “Non ho mai parlato con Caccia”. Anche se in un frame preciso i due si ritrovano faccia a faccia.
A convocare Caccia al distributore Eni di Corso Francia è stato Riccardo Brugia e all’appuntamento sono presenti tutti. C’è lo “spezzapollici” Matteo Calvio, che qualche mese dopo cercherà di riscuotere il credito con le maniere forti: “So andato là alle nove  e mezza, l’ho acchiappato, a zì, a Bru, caccia i sordi che ti ammazzo”. Ma soprattutto c’è Massimo Carminati, che dopo l’appuntamento, si ritroverà insieme a Brugia a commentare l’incontro, in cui, secondo gli inquirenti, sono riprodotte in maniera esemplare le modalità operative del sodalizio, pronto ad intervenire in difesa degli associati, terrorizzando psicologicamente la vittima. “Se mi chiami un’altra volta per cognome ti uccido..Le guardie mi chiamano per cognome”, dicono i due riferendosi a Caccia, prima di preoccuparsi di Lacopo, che si era rivolto a loro per rientrare dei 25 mila euro. “Lui da solo non recupera manco trecento euro. Io sono contento perché così lui capisce che da solo non va da nessuna parte…compà”.
Per il recupero dei soldi, il sodalizio si interessa anche delle case e dei macchinari di proprietà di Caccia, il quale, nonostante le intimidazioni e le minacce non ha mai denunciato nulla, neanche dopo gli arresti del 2014, tanto da essere indagato per falsa testimonianza resa ai pm. “Ho scoperto chi fosse Carminati – aveva detto nell’udienza dello scorso 23 novembre – guardando il Tg5″.
MARCO CARTA

5 Dicembre 2016
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