Vinicio Marchioni/A. Lepri
5:00 pm, 23 Novembre 16 calendario

Marchioni: Noi, Parker e il suo jazz scaccia demoni

Di: Redazione Metronews
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ROMA  Il festival I Concerti nel Parco chiude in bellezza con L’Inseguitore. In scena Vinicio Marchioni e il Francesco Cafiso Quartet domenica alla Sala Petrassi del Parco della Musica, alle prese con “Un Monologo in jazz sulla vita di Charlie Parker” tratto da un racconto del grande scrittore argentino Julio Cortázar (1914-1984), ispirato agli aspetti più drammatici della vita del geniale musicista, ribattezzato Johnny Carter.
Marchioni, che ha curato anche la regia, è la voce narrante. Com’è nato il progetto?
Al Torino Jazz Festival, ad aprile, mi chiesero di fare un adattamento del racconto di Cortàzar e Francesco, da grande conoscitore di Parker, ha riarrangiato uno dei brani più famosi di Charlie. Così con Cafiso al sax, Mauro Schiavone al piano, Pietro Ciancaglini al contrabbasso e Adam Pache alla batteria, ne è venuto fuori un’ora e mezza di puro spettacolo.
Il jazz è considerato un genere di nicchia: come si fa ad avvicinare i più giovani?
Basta dire che alla prima di Torino mille persone in piedi hanno applaudito l’opera come fosse un concerto rock. Una bella soddisfazione!
Qual è il segreto della forza di una performance corale?
Ho giocato su una regia di luci e atmosfere, lasciando spazio all’improvvisazione e con questo Quartetto straordinario, capace di emanare tanta energia e vitalità, tutto è più facile.
Cosa l’ha colpita di più del personaggio di Parker?
Il suo essere combattente per tutta la vita. Ai suoi demoni, che lo hanno portato quasi a uccidersi di droghe, ha opposto sempre la musica, trasformando la sua vita per il jazz in un’opera d’arte.
Un invito ai giovani?
Ragazzi, venite il 27 novembre perché con quel genio di Cafiso navigheremo insieme in un mondo di pura energia musicale.
Dal teatro alla tv al cinema e ritorno: in quale di queste dimensioni è più a suo agio?
Da nessuna parte, per questo faccio tutto, anche la regia. Anche se il palcoscenico, indubbiamente, è il luogo dove sono più me stesso, perché è una creatività più artigianale rispetto alla macchina da presa.
Progetti prossimi venturi?
Ho finito le riprese per un film in 2 puntate per la tv tedesca che non so se uscirà in Italia. È la storia della prima rapina sfociata in un sequestro di un pullman scolastico e finita in tragedia: un fatto del 1988 molto sentito dai tedeschi, forse perché fu il primo vero fenomeno mediatico. Recito nel ruolo di un padre che ha due figli in ostaggio. Poi ho tanti progetti per il cinema, ma meglio non parlarne ancora…
 
ORIETTA CICCHINELLI

23 Novembre 2016
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