Umberto Silvestri
7:31 pm, 17 Novembre 16 calendario

Se Bob non va alla corte del re

Di: Redazione Metronews
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Non ho la più pallida idea del perché Bob Dylan abbia deciso di non ritirare il Premio Nobel per la Letteratura. Ha semplicemente scritto che ha altro da fare: concerti, incontri, prove, viaggi, incisioni. Insomma, continuerà a fare il suo lavoro, quello che pratica da più di mezzo secolo, da quando, ragazzino ebreo con il nome di Robert Allen Zimmerman, si trasferì a New York con la sua chitarra e tanti sogni nella testa, all’inizio degli anni Sessanta. Da allora  è stato un concentrato di contraddizioni,  grande musica, eccessi, fughe in avanti e marce indietro clamorose che hanno spiazzato più di una generazione tra quelle che hanno avuto la possibilità di amarlo e seguirlo: chitarrista elettrico prima e acustico poi, rocchettaro all’inizio e in seguito menestrello folk, ebreo praticante e  successivamente cristiano, leader dei movimenti di protesta e rock star famosa, ricco ma fustigatore dei potenti.  I suoi capolavori hanno educato alla buona musica, alla letteratura, alla sensibilità per i diritti civili milioni di giovani che hanno ascoltato le sue canzoni. Si è esibito davanti a potenti e santi e ha  ottenuto e accettato più premi di qualunque altro artista vivente: dal Premio Pulitzer, agli Award della musica, alla Medaglia del Presidente. Ma il Nobel no. Non lo vuole o meglio, non vuole ritirarlo dalle mani di un re. D’altronde  si sa, ribelli e menestrelli, buffoni e giullari a corte sono di casa certo, ma solo, secondo la leggenda, per poter dissacrare. E questo, nonostante gli anni  Bob lo sa fare bene.
UMBERTO SILVESTRI
Giornalista

17 Novembre 2016
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