Ligabue Made in Italy Amo l’Italia e non me ne vado

MUSICA. Ligabue ci accoglie a Correggio, dove vive e ha registrato il nuovo cd, “Made In Italy”. Un concept-album che narra la storia di Riko, un antieroe nell’Italia malridotta di oggi. Titoli efficaci come “La vita facile”, “È venerdì, non mi rompete i coglioni”, “Vittime e complici” e il nuovo singolo “Made In Italy”. Il 23 novembre su Fox andrà in onda il docufilm di presentazione, il 3 febbraio partirà il tour nei palazzetti.
Da dove nasce l’idea?
Nell’ultimo tour ho girato il mondo, sentendo una gran nostalgia del mio Paese. Tornato a casa ho avuto l’urgenza di scrivere questa storia. Che è un po’ anche la mia.
Ma chi è Riko?
Un alter ego, forse quello che sarei ora se non avessi sfondato nella musica. Mando avanti lui per dire quello che penso io. Del resto, il mio secondo nome è Riccardo.
Nei testi c’è molta rabbia…
Riko è più incazzato e ha meno privilegi di me. La politica ha disatteso i nostri sogni di un mondo migliore e il sistema bancario ha ampliato la forbice delle diseguaglianze. È il fallimento di una civiltà. E i fatti degli ultimi giorni dicono che si può anche peggiorare.
Ma non c’è proprio speranza?
Quella c’è sempre. Sarò ingenuo, ma non ci rinuncio. Come Riko amo l’Italia e non me ne voglio andare. L’ultimo pezzo s’intitola “Un’altra realtà” e si sente un coro di bambini. Dobbiamo ripartire da noi stessi, dal nostro mondo interiore. Da lì può iniziare il cambiamento.
Musicalmente è un disco un po’ diverso…
Mi sono preso delle libertà e ho giocato coi generi. Il rock, certo, ma anche soul, reggae e ska. È un concept, ma le canzoni stanno in piedi da sole.
L’anno prossimo ripartirà in tour. E, intanto, è scoppiato il caso “secondary ticketing market”.
Abbiamo sempre combattuto questa moderna forma di bagarinaggio. Noi cerchiamo di tenere bassi i prezzi dei concerti ed è assurdo che ci sia chi specula. Facciamo più informazione possibile, il resto spetta al legislatore.
DIEGO PERUGINI
(foto di oni Thorimbert)