femminicidi
8:37 pm, 10 Novembre 16 calendario

Femminicidio a Sassari picchiata e bruciata viva

Di: Redazione Metronews
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SASSARI «O con me o con nessun altro, meglio morta». Così Nicola Amadu, 68 anni, ha spiegato il brutale omicidio della moglie 66enne Angela Doppiu, bruciata viva dopo essere stata picchiata con calci e pugni nel cortile della villetta dove la coppia viveva alla periferia di Sassari, sulla strada che porta a Ittiri. Il brutale uxoricidio è avvenuto nella tarda serata di mercoledì al culmine dell’ennesima lite quando la donna aveva comunicato al marito l’intenzione di separarsi e di aver già contattato un legale.
Massacrata e arsa viva
La rabbia cieca dell’uomo è esplosa violenta: ha prima massacrato di botte la moglie e l’ha cosparsa di benzina per poi appiccare il fuoco. Dopo ha chiamato i figli, che vivono nelle vicinanze, polizia e carabinieri per confessare il delitto. L’uomo è ora rinchiuso nel carcere di Bancali. «Questo nuovo terribile femminicidio impone un sostanziale urgente cambiamento nelle azioni pubbliche di prevenzione e repressione di questo insopportabile crimine – ha dichiarato il senatore Luciano Uras del Gruppo Misto – per questo ai ministri Boschi e Orlando chiediamo innanzitutto se siano adeguatamente sostenuti a livello istituzionale ed economico i Centri antiviolenza e se corrisponda al vero che non tutte le Regioni abbiano correttamente rendicontato l’utilizzo delle disponibilità finanziarie ad essi destinati».
Interpellanza sui centri antiviolenza
Uras ha predisposto un’interpellanza sottoscritta da decine di senatrici e senatori di diversi gruppi politici rivolta ai due ministri. «Vogliamo conoscere – ha spiegato il parlamentare sardo – lo stato degli strumenti posti in essere per il necessario monitoraggio delle situazioni di potenziale rischio e di quelli per preservare l’incolumità delle vittime di trascorsi episodi di violenza di genere. A tal fine deve essere organizzato un centro di monitoraggio delle situazioni a rischio in ambito giudiziario o delle funzioni di pubblica sicurezza territorialmente articolato su base regionale a direzione nazionale. Inoltre, per prevenire la violenza di genere all’interno di coppie in via di separazione, sono necessari nuovi strumenti di tutela atti a prevenire tali forme di violenza e a garantire vita serena a tutti i componenti della famiglia. Vanno rimosse le cause di natura sociale e culturale che alimentano il femminicidio».
METRO

10 Novembre 2016
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