Edoardo Leo/Che vuoi che sia/film
7:00 pm, 8 Novembre 16 calendario

Leo: Quanto costa per voi la privacy nell’era dei social?

Di: Redazione Metronews
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ROMA Viviamo in un mondo fagocitato dai social network la cui ferocia è sotto gli occhi di tutti: i recenti fatti di cronaca nera ne sono una prova… Tra intimità violate, consapevolmente o meno, mi sono posto la fatidica domanda: quanto costa la nostra privacy? Oggi, con la sovraesposizione che c’è, il senso del pudore si è molto spostato in avanti: non so se è un bene o un male, non sta a me dirlo, ma l’uso indiscriminato del web può essere pericololo. I nostri ragazzi sono figli del digitale, mentre io, da 40enne, ho dovuto studiare, fare ricerche sul loro linguaggio e mi si è spalancato un mondo.
Ho capito che ci sono delle regole nel web che andrebbero insegnate a scuola, come si faceva con l’Educazione civica. Con quale strumento non so, non ho una ricetta e per noi genitori, di un’altra epoca, è difficile capire: ci vorrebbe una figura più vicina ai ragazzi per “educarli”. Tuttavia, pur riconoscendo l’invadenza del web, io dico che non è una tassa da pagare per forza, ma una scelta di vita: puoi farne a meno se vuoi. Anzi, penso che tra un po’ ci sarà una fuga in massa dai social, come sta succedendo col ritorno al vinile nella musica.
Personalmente non frequento teenager: vado nelle scuole per parlare con loro, ma alla mia età è difficile trovare un linguaggio giusto che arrivi. Mi sono dovuto documentare per capire come parlano i nativi digitali e come si comportano: ne è venuto fuori che sappiamo poco di loro, come i nostri genitori sapevano il 30% di quel che facevamo e pensavamo noi. In più i figli oggi hanno accesso a una quantità infinita di informazioni con un clic. È un bene? Dipende dall’uso che se ne fa. Non so neppure dire se sia giusto o no spiarli attraverso i mezzi che le stesse tecnologie moderne mettono a disposizione: dipende da soggetto a soggetto…
Inoltre, sempre studiando, ho appreso che la tanto sbandierata democrazia della rete è solo presunta, perché i contenuti ci vengono proposti dal Grande fratello che spia ogni nostra mossa.
La pluralità va ricercata, perché i social sono collettori di informazioni su noi stessi.
Ripeto: non ho la ricetta magica, però, nel mio ultimo film Che vuoi che sia ho cercato di raccontare la rete, le sue insidie e i suoi vantaggi. E, magari se genitori e figli lo andassero a vedere insieme troverebbero di che alimentare le loro discussioni. Ed è questo l’obiettivo finale della mia commedia che ho voluto girare a Milano, seguendo il consiglio di Carlo Verdone a lasciare Roma che conosco troppo bene.
 
EDOARDO LEO
regista e attore

8 Novembre 2016
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