MAFIA CAPITALE
10:00 pm, 7 Novembre 16 calendario

Mafia Capitale, rischia il processo un ex dirigente comunale

Di: Redazione Metronews
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ROMA Un altro ex dirigente del Campidoglio a rischio processo. È l’ex direttore del X dipartimento (Ambiente), Fabio Tancredi, per il quale la procura ha firmato ieri l’avviso di chiusura indagini nell’ambito di uno dei filoni dell’inchiesta Mafia Capitale. Tancredi è accusato di turbativa d’asta e rivelazione del segreto d’ufficio in quanto, secondo i pm, in concorso con Claudio Turella, funzionario del verde capitolino, Rossana Calistri, componente delle commissioni di aggiudicazione delle gare, e Salvatore Buzzi, avrebbe turbato la procedura amministrativa per lo stanziamento di 2 milioni di euro sulla manutenzione del verde delle ville storiche del marzo 2013 da destinare alle coop sociali. Turella fu tra i primi a finire nella maxi inchiesta: in casa sua il Ros trovò oltre 570 mila euro nascosti in buste del Comune, oltre a conti correnti  per oltre 380 mila euro. Soldi che per l’accusa, e secondo alcune intercettazioni, provenivano da Buzzi per orientare i lavori da destinare alle Coop a lui riconducibili.
Per l’accusa, Tancredi e gli altri, «nei cui confronti si procede separatamente», per favorire la coop 29 Giugno di Salvatore Buzzi, avrebbero condizionato l’esito del bando attraverso «collusioni preventive, consistenti in accordi finalizzati alla predeterminazione dei soggetti economici che si sarebbero aggiudicati la gara», permettendo di «visionare l’avviso prima della sua pubblicazione» e comunicando i “contenuti dell’offerte presentate da una delle società partecipanti, il consorzio Solco di Mario Monge”. Tuttavia Claudio Turella, imputato nel maxi processo di Rebibbia, durante l’udienza di ieri, ha preso la parola per respingere al mittente ogni accusa.
«Salvatore Buzzi credeva di perdere la gara – ha detto Turella nel corso di una dichiarazione spontanea –  e invece l’ha vinta da solo. La delibera assegnava 80 punti per l’offerta tecnica e 20 punti per quella economica. Sulla parte tecnica Buzzi aveva ottenuto 80 e il Solco 79, ma c’è un motivo: il Solco non aveva messo i luoghi dove aveva effettuato i lavori – ha precisato Turella – mentre Buzzi li aveva messi ma non aveva allegato la certificazione. Per questo noi il giorno dopo gli abbiamo chiesto di portarla. Ma se anche fossero finiti pari, con l’offerta economica avrebbe vinto comunque sempre Buzzi, perché aveva fatto un ribasso maggiore. Al di là delle telefonate della Calistri – ha concluso Turella – Buzzi ha vinto da solo».
MARCO CARTA

7 Novembre 2016
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